decisione del tar

Caccia in Lombardia: si riparte dopo la sospensione

Accolto il ricorso presentato dalla Lega abolizione caccia. L'assessore regionale Rolfi: "Stiamo lavorando a un provvedimento che vareremo in brevissimo tempo per consentire la ripresa dell’attività venatoria".

Caccia in Lombardia: si riparte dopo la sospensione
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La stagione è iniziata domenica, ma i cacciatori della nostra regione dovranno già riporre le loro doppiette. Il Tar ha infatti accolto il ricorso della Lac (Lega abolizione caccia). Dunque caccia sospesa in Lombardia sino al 7 ottobre.

Caccia sospesa - e riaperta - in Lombardia

Come racconta Prima Milano Ovest,  martedì 21 settembre 2021, il Tribunale amministrativo regionale lombardo ha accolto la richiesta della Lega Abolizione Caccia per la sospensione di qualsiasi attività venatoria fino al 7 ottobre.

Il ricorso dell'associazione animalista, sostenuta dall'avvocato milanese Claudio Linzola, riguardava quello che il sodalizio ritiene un provvedimento "pronta caccia",
emanato   a poche ore dall’apertura della stagione da Regione Lombardia che ha  di fatto moltiplicato le specie cacciabili.

"C’è chi è capace di tutto pur di cercare di conservare un bacino elettorale che si sta sciogliendo come i ghiacciai. Ogni anno la Regione Lombardia prova a distribuire un po’ di neve venatoria fingendo di sperare che si consolidi, mentre sa benissimo che è destinata a evaporare nelle aule giudiziarie. Milano regala provvedimenti "pronta caccia" a poche ore dall’apertura della stagione (in cosiddetto calendario integrativo regionale è stato pubblicato un giorno prima utile dell’apertura generale della caccia), moltiplicando le specie e ampliando la mobilità delle doppiette: lo fa, appunto, per tenersi stretti i cacciatori speranzosi, e solo questi ultimi sembrano non accorgersi di essere presi per i fondelli da decenni. La Lac ha fermato l’ennesimo tentativo di un saccheggio infinito della biodiversità che per qualcuno è irrilevante. Cambia tragicamente il clima, cambia la sensibilità delle persone. Ciò che non sembra cambiare mai è una certa politica trasversale a quasi tutte le forze politiche che continua a sostenere pratiche insostenibili".

La reazione della Regione

Immediata la reazione di Palazzo Lombardia, tramite le parole dell'assessore  all'Agricoltura Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi, che aveva promesso una rapida contromossa:

"Stiamo lavorando a un provvedimento che vareremo in brevissimo tempo per consentire la ripresa dell’attività venatoria e difenderemo in udienza le ragioni dei provvedimenti contestati".

E il giorno seguente, mercoledì 23 settembre 2021, la Giunta di Palazzo Lombardia le disposizioni integrative al calendario venatorio regionale 2021/2022 in adeguamento al parere Ispra.

L'annuncio è arrivato in serata dallo stesso Rolfi:

"Riapriamo la caccia in Lombardia. Da sabato  per addestramento cani e per l'appostamento da alcune specie. Dal 2 ottobre tutto il resto dell'attività venatoria. Un provvedimento necessario per rispondere all'atto monocratico del Tar della Lombardia, avvenuto senza confronto. Il documento approvato ha validità fino al 7 ottobre in attesa della sentenza sul calendario originale dopo la quale decideremo quale strada intraprendere garantendo comunque il proseguo dell'attività. Con questo atto si riducono le giornate perse e si dà la possibilità ai cacciatori che hanno pagato le licenze di riprendere l'attività".

Cosa prevede la nuova delibera

Con la nuova delibera si riattiva l'esercizio venatorio su tutto il territorio regionale.

In particolare:

  • da sabato 25 settembre, riparte la caccia solo da appostamento limitatamente alle specie colombaccio, cornacchia grigia, cornacchia nera, gazza, ghiandaia e merlo;
  • fino al 30 settembre, riparte l'addestramento e allenamento dei cani negli ATC e in alcuni CA;
  •  dal 2 ottobre, riparte la caccia alla piccola fauna stanziale (fagiano, starna, pernice rossa, lepre, coniglio selvatico, minilepre e volpe) in forma vagante e alle specie ornitiche (tordo bottaccio, tordo sassello, anatidi, beccaccia, beccaccino ecc.), sia da appostamento che in forma vagante.

La caccia al cinghiale, in tutte le sue forme (collettive e in selezione), non era stata interrotta dalla sopra citata sospensiva.

La caccia in selezione agli ungulati poligastrici (cervo, capriolo, camoscio e muflone), regolamentata con decreti dei dirigenti AFCP, prosegue ovunque con effetto immediato.

Polemica politica

La questione aveva preso naturalmente anche una piega politica. E il consigliere del Movimento Cinque Stelle Dino Alberti aveva attaccato la Regione e l'assessore:

"Anche la Lega segnala l'incapacità dell'assessore Rolfi. Ennesima vittoria della Lac che ha impugnato l'atto illegittimo dell'assessore.  Questa volta l'oggetto del contendere era la pubblicazione del calendario riduttivo venatorio, cioè quanti e quali specie cacciabili, pubblicato il giorno prima dell'apertura della stagione. È l'ennesima figuraccia di Rolfi, che in Aula è stato anche criticato dalla sua stessa maggioranza e indicato come incapace. L'assessore ha sempre e solo urgenza di accaparrarsi il consenso dei cacciatori, mettendo in ridicolo tutta l'istituzione regionale. Chiedo, per l'ennesima volta, che chi sbaglia, ma soprattutto chi persevera, debba rispondere dei propri errori".

 

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