Giovani, la risorsa fondamentale per il rilancio del paese

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L'assessore Bolognini e suor Anna Monia, in visita alla sede Netweek, hanno messo al centro i giovani: "Devono sapersi raccontare, anche e soprattutto per le cose belle. Nella loro libertà d’espressione e responsabilità le chiavi per il futuro". Stefano Bolognini, assessore a Giovani, Comunicazione e Città metropolitana di Regione Lombardia, e suor Anna Monia Alfieri, rappresentante delle Scuole Marcelline Italiane, membro della Consulta pastorale scolastica e del Consiglio nazionale scuola Cei, che ha ricevuto l'Ambrogino d'Oro nel 2020 e spesso ospite di Quarta Repubblica su Rete 4, hanno parlato dell’universo giovanile a tutto tondo.

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Il futuro dei giovani lombardi

Da una parte l’Istituzione, con il Pirellone che negli ultimi mesi si sta spendendo per intercettare gli interessi dei giovani attraverso il tour "Generazione Lombardia", una campagna di ascolto che li possa ingaggiare in una relazione positiva coi tavoli decisionali. Dall’altra una paladina della parità scolastica, arguta osservatrice dello spaccato giovanile, desiderosa di fornire una bussola negli interpreti del domani. Sono i due ospiti intervenuti giovedì 8 luglio nel corso dell’incontro ospitato nella sede del nostro circuito editoriale Netweek, a Merate.

L'intervento dell'assessore Bolognini

Una mattinata ricca di spunti arrivata mentre Regione Lombardia sta lavorando ad una legge ad hoc per i giovani. A renderne l’idea è stato, in partenza, Bolognini:

"Lo spirito di fondo che accompagnerà questa nuova norma sarà quello di coltivare un dialogo costante coi ragazzi che vivono in Lombardia. E di farlo nell’ottica di eliminare le intermediazioni. Questo perché dobbiamo calarci, sempre di più, nei loro panni. Al fine di capirne, dalla loro viva voce, i progetti, le idee, le aspettative, i timori che li stanno caratterizzando in quest’epoca di pandemia. Da qui passerà la costruzione del futuro dell’intero Paese".

L’arte della comunicazione: sarà questa poi la leva su cui servirà insistere:

"Cercheremo di fare un pezzo di strada insieme partendo dalla realtà odierna, che vede i giovani essere abili fruitori delle piattaforme social ma poco avvezzi alla condivisione degli strumenti che la nostra Regione riesce a mettere in campo. Proprio per questo abbiamo aperto il canale Instagram chiamato Generazione Lombardia, solo una goccia rispetto all’oceano di ragionamenti che si potrebbero portare avanti anche in tema lavoro".

Il contributo di Suor Anna Monia

L'universo giovanile, come detto, ha un gran bisogno di veicolare messaggi al resto del mondo. Lo sa bene suor Monia, che ha argomentato in questo modo:

"I giovani durante il Covid hanno fatto fatica a vivere il senso della costrizione. Sentivamo il bisogno di socializzare. Tutto ciò è avvenuto in un momento storico dove l'Italia si misurava con un forte individualismo, col girarsi dall’altra parte rispetto a determinate problematiche sociali. Ma la tragedia del Covid è servita anche ad imprimere la svolta. Alla base del semplice gesto di indossare la mascherina di protezione dal virus, c’erano tutti gli indizi della libertà, che diventava responsabilità, nel momento in cui il singolo decideva di indossarla, e corresponsabilità, nel momento in cui lo si faceva per sé e per gli altri. Così la comunicazione si è fatta libertà".

Libertà che, quando diventa opinione, rappresenta sia un diritto costituzionale che un dovere allo stesso tempo. Non ha fatto sconti sotto questo aspetto la religiosa, spiegando che: "

La libertà di espressione si deve misurare con la presa in carico dell'altro, altrimenti non si può definire tale. Personalmente, amo la stampa, leggo tantissimi giornali. Ai giovani dico di leggerli. Hanno la possibilità di conoscere. La stampa può davvero essere strumento di orientamento e di libertà, a patto, però, che non tradisca, come messo in pratica nella sua brillante carriera dalla cantante Raffaella Carrà. Così deve fare un giornalista, il quale non si deve servire dei lettori ma deve raccontare le notizie in modo integrale".

Le iniziative di Regione per i giovani

Per continuare ad alimentare gli interessi dei giovani rispetto ai versanti dell’attualità e cultura, la Lombardia ha varato una serie di concrete iniziative rivolte proprio agli under 34: tra pochi giorni scadrà il bando “La Lombardia dei Giovani”, giunto alla sua seconda edizione; da pochi giorni invece è stato presentato “Lombardia 2030 - Il futuro ha la sua voce”, che punta a disegnare il volto della Lombardia nei prossimi anni. Tutti tasselli, secondo l’assessore Bolognini, in grado finalmente di "mettere in evidenza i migliaia di comportamenti quotidiani positivi di cui i nostri ragazzi si rendono protagonisti".

Favorire l'incontro e sostenere gli oratori

Parlando poi di social network, ogni anno vediamo nascere nuove piattaforme: Instagram, Facebook e Tiktok solo per nominare i più famosi. Sulla formula utile a conciliare questa comunicazione veloce con la necessità di approfondire le tematiche, ha scandito la rappresentante delle Marcelline,

"Bisogna, a partire dal ruolo della stampa, avere il coraggio di scardinare la normalità: accanto, per esempio, alla routine di un giornale, che riceve una notizia e la pubblica in base alle modifiche di carattere editoriale, c’è tuttavia un gran bisogno di fermarsi, riflettere, confrontarsi con le parti sociali. Solo così facendo si potranno creare le premesse per una comunicazione di contenuto. Dobbiamo scavare nella notizia, nei messaggi che creiamo e riceviamo. “Sapere aude” (essere saggio) è il motto che dobbiamo fare nostro. Questa volta arriviamo da una tragedia collettiva, simile alla Seconda Guerra Mondiale così come alla caduta delle Torri Gemelle dell’11 settembre 2021. Deriva da questo scenario la necessità di dover ricominciare. E i social, finora, stanno finendo per tradire i giovani anziché educarli. Li hanno illusi rispetto al fatto che non serva più studiare, nutrire competenze. E vediamo trasformare la semplificazione in arte di discriminazione, coi cittadini che sono diventati sudditi di facile gestione. Lo Stato, quindi, ha contribuito a sostenere che l’assistenzialismo sia meglio del lavoro. Ci vuole pertanto il coraggio dire, cosa vera, che il lascito dei nostri Costituenti sia stato trasformato in pezzi di tonno e che il parlamento ne sia diventato la scatolina. E’ la storia di 10 anni della vita della Repubblica".

Necessario, in altre parole:

"fornire assist costruttivi, il tutto tramite le cosiddette "3 c" - competenza, credibilità e coraggio - tratti che stanno distinguendo l’operato del premier Mario Draghi, che ha scelto uno stile algido, tecnico e che ha rinunciato ad abusare della rete".

A favorire il pensiero, la creatività, lo scambio di esperienze di vita, senza dubbio, sono anche gli spazi dove si manifestano le attività sociali. Un riferimento esplicito agli oratori, luoghi dove il viversi è centrale. Da questo punto di vista, la Giunta Fontana ha destinato 600mila euro per la realizzazione di 150 azioni attualmente in corso in tutte le 10 diocesi lombarde.

"Uno stimolo di carattere economico che, si spera - ha auspicato Bolognini - diventi volano per ulteriori iniziative legate all’aggregazione, allo sviluppo di tematiche che riguardano una società in continuo mutamento".

L'appello finale

Sui pilastri morali al di sopra dei quali dovranno poggiare quei rapporti imprescindibili per i giovani d’oggi, suor Monia, ha concluso facendo presente come

"si tratti di premesse irrinunciabili che li faranno rimanere in piedi sul ring della vita. Serve una generazione adulta capace di riscoprirsi, rinunciando a vivere eternamente nell’adolescenza".

Con un appello finale ben preciso:

"Dobbiamo smetterla di ingannare i nostri figli. In tutto lo Stivale ora come ora è fondamentale che i ragazzi rientrino da Nord a Sud a scuola, nel mese di settembre. Bisogna individuare soluzioni aggregative mirate che non disperdano le energie ma che sappiano, in contesti particolarmente difficili, strappare gli adolescenti a Mafia e Camorra. Il successo o l'insuccesso del Governo sarà la salvezza o la morte dei nostri ragazzi. Il vero banco di prova sarà l’utilizzo dei fondi derivanti dal PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza), la cambiale che stiamo firmando per i nostri figli. Finora abbiamo smontato quelli che erano i loro punti di riferimento come lego".

Occorre, in sostanza,

"Ricostruire il rapporto fiduciario con la magistratura, la libertà di espressione, per limitare il pensiero unico e la cultura di massa. Una politica all’insegna della carità e non della propaganda tipica degli schieramenti, pur legittimi, e che sappia individuare le figure più idonee nell’attività pubblica. Quindi l’accento sulla stampa, che deve accelerare, incentivare, potenziare i fenomeni. Del resto certo consenso social è stato creato ad arte. Perchè, allora, non cambiare rotta raccontando, veramente, esempi virtuosi?".

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