Operazione Meet Up

Si scambiavano materiale pedopornografico online: tra gli arrestati anche un prete

Sequestrati migliaia di files con contenuti anche raccapriccianti, ritraenti vere e proprie violenze sessuali ai danni soprattutto di neonati.

Si scambiavano materiale pedopornografico online: tra gli arrestati anche un prete
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Scambiavano materiale pedopornografico online. La Polizia di Stato, con l'Operazione Meet Up ha scoperto una rete di utenti italiani che su una nota piattaforma di messaggistica scambiava  materiale pornografico con protagonisti dei minorenni. Tre le persone finite agli arresti, tra cui un sacerdote.

Materiale pedopornografico online

Gli investigatori del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Torino hanno concluso  una complessa operazione di contrasto alla pedopornografia online, che ha portato all’esecuzione di 26 decreti di perquisizione e a  indagare altrettanti soggetti, responsabili di detenzione e diffusione di materiale realizzato mediante sfruttamento di minori.

Tre arresti in totale: in Piemonte, Campania e Puglia. Sequestrati migliaia di files.

L’attività, diretta dalla Procura di Torino e coordinata dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni - Centro nazionale di contrasto alla pedopornografia pnline, ha riguardato tutto il territorio nazionale.

Le indagini

A fondamento delle perquisizioni, come riporta Prima Torino, sono stati posti gli esiti dell’attività undercover condotta dalla Postale del capoluogo piemontese, finalizzata al contrasto alla diffusione di materiale pedopornografico attraverso la rete: già da febbraio 2021 i poliziotti avevano attivato un servizio di monitoraggio su una piattaforma di messaggistica che vanta garanzie di ampio anonimato per gli utilizzatori, concentrando la propria attenzione su alcuni canali aperti, frequentati prevalentemente da utenti italiani.

Per effettuare tale attività, è stato necessario un lungo lavoro di carattere preparatorio, consistente nella ricerca del rapporto di fiducia con gli interlocutori che di volta in volta si mostravano interessati allo scambio di materiale, con un notevole sforzo mentale degli operatori nell’assunzione delle stesse vesti dei propri target.

Ricavati gli elementi utili alla prosecuzione dell’indagine, sono state messe a fattor comune le tracce informatiche lasciate in rete dagli internauti, che hanno consentito la loro identificazione. Particolarmente interessante si è rivelata la presenza di un ambiente chiuso, pubblicizzato dal proprio promotore, in cui veniva divulgato materiale pedopornografico previo pagamento di una somma di denaro che abilitava all’iscrizione al canale, anch’esso oggetto di accertamenti nel corso dell’indagine.

Gli indagati sono 26

L’analisi degli elementi evidenziati dagli operatori ha ricondotto nel complesso a 26 soggetti destinatari dei decreti di perquisizione, emessi dal Gruppo Criminalità Organizzata e Reati Informatici dell’Autorità Giudiziaria di Torino ed eseguiti, oltre che in Piemonte, con la collaborazione degli Uffici di Specialità della Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto.

Contenuti raccapriccianti

Il materiale illegale sequestrato, altamente diversificato per categorie, conteneva anche contenuti raccapriccianti, ritraenti vere e proprie violenze sessuali ai danni soprattutto di neonati.

Arrestato anche un sacerdote

Per una posizione campana, stante il rinvenimento di copioso materiale pedo, si è proceduto all’arresto di un sacerdote della Diocesi di Benevento, mentre è un tecnico informatico di trentasette anni il secondo arrestato residente in Piemonte; infine, in Puglia è stato arrestato, anch’egli per detenzione di ingente quantitativo di materiale, il creatore del canale a pagamento oggetto dei primi accertamenti, un ragazzo all’epoca dei fatti minorenne.

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