Smonta le fake news

Dario Bressanini, il noto chimico-divulgatore che ci aiuta a non farci fregare: "Ho un tumore raro"

Anche in un questo momento delicato nessuna concessione alla retorica: "Sono i medici e i fisici che hanno combattuto e combatteranno in vece mia contro il tumore".

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Ma lo sapevi che le carote in origine erano viola? E che quelle arancioni che noi oggi consideriamo con orgoglio “naturali” altro non sono che il risultato di una mutazione? Probabilmente chi conosce queste finezze sulla storia degli alimenti che portiamo in tavola conosce anche Dario Bressanini - chimico, docente e amatissimo divulgatore scientifico saronnese - nonché autore di diversi libri che smontano bufale, false credenze (e di conseguenza business legati al "naturale" a tutti i costi) connessi soprattutto al cibo.

Il divulgatore Dario Bressanini

Nel suo libro di maggior successo "Contro natura", edito da Rizzoli, Bressanini, affiancato da Beatrice Mautino, biotecnologa, divulgatrice scientifica e saggista, offre un excursus storico sull'origine dei cibi che mettiamo in tavola. Il risultato? Il concetto imperante di “cibo naturale” e “antico” necessita di una revisione. E anche un pochino di onestà informativa. Onestà che il chimico di quartiere, come ma definirsi anche lui, ha cercato di garantire al suo pubblico, girando anche in lungo e in largo l’Italia per parlare con i protagonisti della produzione agricola scoprendo la genesi di leggende in fatto di cibo e alimentazione. Uno scienziato e un vero giornalista d'inchiesta. Che con altrettanta onestà ha gelato il suo pubblico spiegando i motivi che l'hanno portato ad abbandonare i social per qualche tempo: un tumore raro.

L'annuncio: "Ho un tumore raro"

Da Prima Saronno

“Ho un tumore. Un tumore raro”. Nessun giro di parole, nessuna perifrasi.

Il pathos a buon mercato che spopola sui social non si addice a Dario Bressanini, l'”amichevole chimico di quartiere” di Saronno, seguito da centinaia di migliaia di persone sui social e Youtube, è tornato dopo alcuni mesi di assenza a parlare coi suoi fan.

“C’è una sorta di pudore nel parlare del cancro, perchè i malati ci imbarazzano. La paura della morte, il fatto che colpisce indiscriminatamente tutti, grandi e piccini e anche gli amichevoli chimici di quartiere. Ma adesso è arrivato per me il momento di parlarne, di raccontare quello che ho passato. Questo video mi serve per esorcizzare un po’ per esorcizzare la paura  e il trauma. (…) Vorrei tanto tornare a ricominciare a vivere. Da quando ho scoperto di avere questa malattia non riesco a pensare ad altro. In tanti mi hanno scritto che erano preoccupati ma non volevo farmi vedere, non ero pronto”.

Si tratta di un melanoma uveale.

“L’ho scoperto perchè un giorno mi sono accorto che vedevo un’ombra nello spazio visivo in alto e fortunatamente invece di aspettare che passasse da solo sono andato dall’oculista e lui mi ha spedito subito a fare gli esami del caso”.

“Non sono io che posso sconfiggere il tumore, sono gli scienziati”

Anche in questo momento, in cui abbandonarsi allo sconforto e alla retorica potrebbe sembrare inevitabile, Bressanini si affida alla scienza, con approccio rigoroso e razionale: 

“Quando si parla di cancro si parla tantissimo di lotta contro il cancro ma non mi piace la retorica della lotta personale. Non sono io che combatto il tumore, non sono io che posso sconfiggerlo. Non posso fare nulla. Ed è una cosa che mi fa impazzire. Sono i medici e i fisici che hanno combattuto e combatteranno in vece mia contro il tumore, contro il mio stesso corpo. Ma è questione di fortuna e c’è chi non ce la fa. Io non so cosa succederà, si dice che la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo e prende anche la mira. Nei prossimi mesi e anni dovrò fare controlli continui. Il tumore è stato colpito, speriamo a morte, ma ci vorranno alcuni mesi per vederlo sconfitto. Ho bisogno di accettare il fatto che ho paura per quello che potrebbe succedere, speriamo di no, ma dovrà comunque presto imparare a convivere con il fatto che ci vedrò con un occhio solo ed è un pensiero agghiacciante”.

Curato al CNAO di Pavia

Da Prima Pavia

Il melanoma uveale, un tumore raro che colpisce 5 persone su un milione. Il tumore è radioresistente, ossia resiste alla radioterapia classica. Dario Bressanini ha poi dichiarato di aver seguito un trattamento per bombardare il tumore con un fascio di protoni, allo CNAO di Pavia.

 

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Una comunicazione che lascia poco spazio alla retorica, Bressanini anche stavolta è andato dritto al punto, con la stessa schiettezza con cui ha demolito cattedrali di leggende e credenze popolari che spesso, più che venirci in soccorso, ci danneggiano (soprattutto il portafoglio).

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