Il giallo di Firenze

Svolta nel giallo dei cadaveri in valigia a Firenze: fermata ex fidanzata figlio

Raccapricciante scoperta: il decesso in ogni caso è avvenuto da molto tempo, almeno un anno fa. Il figlio della coppia si trova attualmente in carcere in Svizzera.

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Sembra l'incipit di un thriller: un pensionato torna nel proprio orto per strappare le erbacce dopo mesi di incuria e il suo sguardo si posa su una valigia, abbandonata fra le sterpaglie. Incuriosito la apre, all'interno un'altra valigia più piccola; fa quindi saltare il lucchetto ed ecco la raccapricciante scoperta. All'interno del bagaglio vi sono dei resti umani. Poi, nell'ambito delle ricerche di oggi, mercoledì 16 dicembre 2020, ne è stata trovata un'altra. Sale a quattro, dunque, il totale delle valige rinvenute.

AGGIORNAMENTO 22 DICEMBRE 2020: I Carabinieri del Comando Provinciale di Firenze stanno dando esecuzione a un Decreto di fermo del PM, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, nei confronti di una pregiudicata 36enne di nazionalità albanese, all’epoca dei fatti convivente con il figlio della coppia dei coniugi uccisi, che si trovava nel carcere accanto al luogo del ritrovamento delle valigie proprio all'epoca del loro abbandono nell'orto. La donna è accusata di omicidio, occultamento e vilipendio dei cadaveri dei due coniugi: il movente, pare una questione di soldi, un ambito "tesoretto" di alcune decine di migliaia di euro.

Resti umani in una valigia

Da Prima Firenze

La vicenda ha inizio nel Fiorentino, nel tardo pomeriggio del 10 dicembre 2020, in un terreno tra l’area perimetrale del carcere di Sollicciano e la superstrada FI-PI-LI.

Il che fa immediatamente pensare sa due ipotesi: data la vicinanza col carcere, potrebbe esser stato una sorta di avvertimento, oppure semplicemente chi s'è disfatto delle valigie gettandole dal cavalcavia dell'autostrada semplicemente ha celto un punto del tutto a caso.

Ad attirare l'attenzione del 74enne Michele un trolley in pessimo stato abbandonato nel suo fazzoletto di terra. Le membra che ha scorto una volta aperte entrambe le valigie erano avvolte da una coperta. L'anziano, inorridito, si è messo ad urlare e ha cercato aiuto dagli agenti penitenziari del carcere adiacente.

Una seconda valigia

In poco tempo sul posto sono arrivati il medico legale, il sostituto procuratore Ornella Galeotti  (titolare delle indagini) e i carabinieri, che hanno effettuato un'accurata perlustrazione della zona rinvenendo il giorno successivo una seconda valigia, con altri resti umani, a 70 metri dal primo ritrovamento.

Si tratta dei corpi di Shpetim Pasho e Teuta Pasho. La conferma è arrivata dalla sezione impronte del report investigazione scientifiche di Roma. Lui è stato ucciso con colpo netto alla gola. La moglie, invece, prima è stata selvaggiamente picchiata, poi asfissiata con un sacchetto di plastica. I due hanno vissuto a lungo a Castelfiorentino, come riportato dai nostri colleghi di Prima Siena.

Proprio un tatuaggio che l’uomo aveva a forma di ancora con sotto il nome di una città albanese, è stato l’elemento chiave per identificare i due cadaveri. Gli investigatori, infatti, hanno incrociato questa informazione con quelle contenute nei fascicoli delle persone scomparse.

In particolare, nel 2015 a Castelfiorentino, furono dichiarati scomparsi in circostanze non chiarite i due coniugi Shpetim e Teuta Pasho, marito e moglie di origini albanesi. 

Clamoroso sviluppo: la terza valigia

Al mistero si aggiunge un nuovo clamoroso sviluppo: dopo i due precedenti ritrovamenti, ieri lunedì 14 dicembre 2020, i Carabinieri hanno trovato una terza valigia con all’interno resti umani riconducibili ad altra persona. Il mistero si infittisce. In base alla prima ispezione effettuata dal medico legale, il cadavere rinvenuto nel pomeriggio di ieri è di una donna. Oggi proseguiranno le attività di sopralluogo con l’ausilio di un’unità cinofila specializzata nella ricerca dei cadaveri del Nucleo Carabinieri Cinofili di Bologna.

Mercoledì ancora un ritrovamento: spunta la quarta valigia

E' al momento impossibile stabilire cosa ci sia all'interno dell'ultima valigia trovata dagli inquirenti nell'ambito dell'indagine in corso. Quel che è certo, attualmente, è che alle tre valigie precedentemente rinvenute sul posto, se n'è aggiunta una quarta.

Il figlio della coppia si trova attualmente in carcere in Svizzera

Nella giornata odierna, giovedì 17 dicembre 2020, arrivano nuovi importanti aggiornamenti sulla vicenda dei cadaveri ritrovati all’interno delle valigie poco distanti dal carcere di Sollicciano.

Le attenzioni sono tutte su Pasho Taulant, uno dei figli della coppia albanese che corrisponde alle vittime trovate. L’appartamento di via del Pantano 16, è stato domicilio di Pasho Taulant fino al suo allontanamento nel novembre 2016, continuando nel periodo successivo ad essere abitato dalla compagna dell’uomo.

L’unità abitativa, con garage pertinente, è stata oggetto tra il 2016 ed il 2017 di diverse segnalazioni, da parte di alcuni condomini, di cattivi odori che venivano ricondotti alla presenza di alcuni cani non debitamente curati. Le lamentele furono rappresentate al Nucleo Provinciale Guardie Zoofile di Firenze, il quale, ad esito di diversi sopralluoghi (dal novembre 2016 al gennaio 2017), informò l’Autorità Giudiziaria evidenziando una situazione di scarsa igiene e non corretta cura degli animali domestici. Nel corso dei controlli infatti era stata rilevata la presenza di escrementi ed urina non raccolti.

Nel giugno 2016, i Carabinieri avevano rinvenuto all’interno del garage di pertinenza della citata abitazione, 6 kg di sostanza stupefacente del tipo marijuana, dopo aver perquisito l’immobile con le relative pertinenza. Ad esito di tale attività, Pasho Taulant era stato tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sei chili di marijuana. Nel luogo non è mai stato rilevata alcuna traccia di cadaveri in decomposizione, ivi compreso l’odore che è sempre stato di escrementi.

Da quel momento, secondo le ricostruzioni effettuate, per Pasho Taulant le porte del carcere non si sono più riaperte ed al momento è detenuto in un istituto penitenziario in Svizzera. A questo proposito, emerge come la Procura della Repubblica di Firenze ha provveduto a far effettuare l’internazionalizzazione di un provvedimento di carcerazione definitivo a carico di Pasho Taulant, figlio dei coniugi uccisi che deve ancora scontare 3 anni e 11 mesi circa di reclusione.

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