Onori al partigiano Livio Cesana FOTO VIDEO
Si è svolta oggi pomeriggio a Lesmo la cerimonia di commemorazione dell'impiccagione del partigiano
L'Anpi ricorda il partigiano Livio Cesana, morto per la libertà. Si è svolta pomeriggio, a Gerno di Lesmo, alla presenza di autorità civili e delle associazioni, la cerimonia di commemorazione dell'impiccagione del partigiano biassonese Livio Cesana, avvenuta il 25 ottobre 1944.
Presenti alla commemorazione anche il sindaco di Lesmo Roberto Antonioli e l'assessore di Biassono Nadia Beretta.
La cerimonia si è conclusa con l'esecuzione del Silenzio
La cerimonia si è conclusa con l'esecuzione del Silenzio, prima e sulle nota di Bella Ciao, dopo. Oltre alla sezione di Biassono erano presenti i gruppi Anpi di Macherio-Sovico, Arcore, Lesmo-Camparada, i rappresentanti delle Associazioni Combattenti e Reduci e dei Carabinieri in congedo di Lesmo-Camparada.
Cesana era originario di Biassono
Il partigiano originario di Biassono era stato catturato e, dopo essere stato sottoposto a tortura presso il comando fascista all'interno della Villa Reale a Monza, era stato impiccato dalle milizie nazi-fasciste in via Volta a Gerno, sotto l’arcata del ponticello ferroviario, proprio dove oggi è situato il cippo eretto alla sua memoria.
Chi era Livio Cesana?
"25 ottobre: ricordiamo Livio Cesana, nato a Biassono il 10 marzo 1906 da Carlo e da Brugora Maria Luigia. Livio era antifascista da sempre, ed era colui che conduceva la difficile e pericolosa attività di contatto e reclutamento alla resistenza armata degli sbandati e renitenti alla leva fascista della zona. Nella cantina della sua osteria di Via Pietro Verri gli antifascisti si ritrovavano ad ascoltare le radio libere europee e, sempre in quel locale, festeggiavano clandestinamente il Primo Maggio. Comandante della 104° Brigata Garibaldi "Diomede", viene arrestato a metà agosto 1944; nel corso di un'azione a Montesiro viene infatti intercettato dai legionari della Muti di stanza a Villasanta, ferito in due riprese e poi catturato.
Alla Villa Reale di Monza, sede del comando fascista, subì ripetuti interrogatori; sottoposto a torture per strappargli i nomi dei compagni di lotta, si rifiutò.
Visti inutili tutti gli sforzi per conoscere, da Livio Cesana, i nomi dei partigiani in clandestinità, se ne decise l'eliminazione.
Il 25 ottobre 1944 egli venne impiccato presso il ponte ferroviario di Gerno di Lesmo.
Qualche tempo dopo, a significare la continuità dell'azione antifascista, venne costituita, da partigiani di Biassono e di Macherio, la 176° Brigata Garibaldi intitolata a "Livio Cesana".