Incendio doloso di sette auto, nei guai una 31enne monzese
Tutti gli episodi nell'ottobre dello scorso anno a Robecco sul Naviglio e Magenta. La giovane faceva parte di una banda di incendiari.
Incendio doloso di 7 auto, nei guai una 31enne monzese. Con lei sono indagate per incendio in concorso altre cinque persone.
Incendio doloso, identificata la banda
La banda di piromani che terrorizzava il Magentino rischia di andare a giudizio. Nell'ottobre del 2017 raffica di auto in fiamme tra Robecco sul Naviglio, Magenta e Milano. Sei persone hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini dalla Procura di Pavia, competente per territorio. Sono tutti accusati del reato di incendio in concorso: le pene previste vanno dai tre ai sette anni di reclusione.
Piromani del Magentino: sei persone indagate
Nei guai sono finiti N.P., milanese di 23 anni, A.N., 34 anni, nato a Magenta ma residente a Milano, C.R., magentino di 36 anni, V.P., 29 anni, nato in Germania ma residente a Magenta, oltre a due donne V.G., milanese di 33 anni, e A.P., monzese di 31 anni. Nessuna archiviazione in vista. N.P. e la monzese A.P. sono accusati di aver provocato ben sette roghi di auto tra Castellazzo de’ Barzi di Robecco e a Magenta, il 9 ottobre 2017. N.P. e V.G. invece avrebbero appiccato il fuoco a una Mercedes in sosta lungo via Melzi a Magenta il 17 ottobre 2017. N.P., C.R. e V.P. il 29 ottobre 2017, a Milano, avrebbero dato fuoco, insieme, all’auto su cui N.P. si era spostato per appiccare i roghi, per non lasciare tracce. Ma non finisce qui: secondo al ricostruzione N.P. e P.A., il 10 novembre 2017, a Milano, avevano bruciato una Renault Clio in sosta lungo via De Pretis. La posizione più pesante è quella di N.P., che avrebbe preso parte a tutti i reati contestati, con l’aggiunta della recidiva infraquinquennale, rilevata anche per C.R. e V.P.. Dieci gli automobilisti che attendono giustizia.
Un copione collaudato
Dalle indagini è emerso un copione collaudato: il fuoco veniva alimentato a cominciare dalla parte anteriore della vettura presa di mira. Ora si attende l’eventuale richiesta di rinvio a giudizio o di giudizio immediato per procedere con l’iter giudiziario, che chiarirà anche il movente.