Il forno crematorio degli orrori: bare bruciate insieme per guadagnarci
Le imprese funebri in queste ore sono nel caos: già da ieri mattina è partita la corsa per recuperare le salme dei cadaveri non ancora cremati.
"Una lugubre catena di montaggio della morte ai fini di lucro". Così, il procuratore capo della Repubblica, Teresa Angela Camelio, ha definito la presunta attività illecita che ieri mattina ha portato all’arresto del titolare della Socrebi, la società che gestisce il tempio crematorio di Biella, e di un dipendente della stessa società.
Il forno crematorio degli orrori
Come racconta l'Eco di Biella il materiale probatorio sequestrato è enorme e ha portato il gip, ieri pomeriggio, a firmare l’ordinanza di sequestro e quella di arresto del titolare della società, Alessandro Ravetti (nella foto) e di un dipendente, Claudio Feletti, 56 anni, di Ponderano. I due sono accusati dei reati di distruzione e soppressione di cadavere e violazione di sepolcro. Solo a Ravetti viene contestata anche l’istigazione alla corruzione per aver dato dei soldi a un dipendente pubblico per fargli smaltire ceneri e resti di corpi come rifiuti.
Cremazioni aumentate del 400%
L'area del forno è stata sequestrata e insieme a questa i Carabinieri hanno sequestrato anche due grossi palanchini, una roncola, un’ascia, delle scatole contenenti ceneri e resti di ossa per circa 125 chili complessivi. Gli strumenti servivano ad aprire le bare di zinco, a togliere le parti in metallo ed accorciare i tempi di ogni cremazione. Ma c'è ben altro: con il progetto definito “Pegaso” che ha aperto la possibilità di attuare delle cremazioni su resti provenienti anche da fuori regione, dal 2017 la Socrebi ha avuto un incremento di lavoro del 441 per cento con circa 3600 cremazioni all’anno. Le salme arrivavano da diverse zone del Nord Italia, Brianza compresa, e all'interno ella struttura di Biella si è arrivati a fare turni dalle 5 della mattina fino a mezzanotte, a volte anche fino alle due di notte. Passando da 4/6 cremazioni al giorno, a 15/16 giornaliere.
Spesso, per recuperare tempo, sarebbero state bruciate due bare per volta. Le ceneri si sarebbero pertanto mescolate anche nelle urne cinerarie che poi venivano consegnate ai familiari dei defunti.
Imprese funebri nel caos
Le imprese funebri in queste ore sono nel caos: già da ieri mattina è partita la corsa per recuperare le salme dei cadaveri non ancora cremati. E il viavai è proseguito per tutta la giornata.
Buongiorno, Nel mese di luglio un ns famigliare è stato portato presso la struttura per la cremazione, Ha chi dobbiamo rivolgerci per aver notizie e sapere realmente L accaduto Grazie