Transessuale 22enne trascina i genitori in tribunale per maltrattamenti

La monzese ha dichiarato di essere stata insultata e picchiata sia dalla madre che dal padre

Transessuale 22enne trascina i genitori in tribunale per maltrattamenti
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Transessuale 22enne trascina i genitori in tribunale per maltrattamenti

«Non sto bene col mio corpo. Per questo ho deciso di cambiare sesso. Solo che i miei genitori non hanno mai accettato la mia scelta. E la situazione è degenerata».

A raccontarlo, è una monzese di 22 anni che da qualche tempo ha iniziato il lungo percorso che la porterà a diventare uomo. Un cammino complicato e sofferto, tanto per lei, quanto per i genitori e che è stato motivo di accesi conflitti, sfociati in una denuncia - presentata dalla giovane proprio contro sua madre e suo padre - per maltrattamenti.

Un’accusa grave che per la Procura di Monza tuttavia non sussiste, tanto che ora, l’unico reato contestato - e solo a carico del padre, difeso dall’avvocato del Foro di Monza Eleonora Panzeri - è quello di lesioni.

La vicenda

La querela era stata presentata a gennaio di quest’anno. La ragazza, figlia unica, aveva deciso di rivolgersi ai Carabinieri in seguito a una lite, l’ennesima scoppiata entro le mura domestiche. La 22enne aveva avuto un acceso diverbio coi genitori, sfociato presto in una serie di insulti che la ragazza, sempre a suo dire, avrebbe ricevuto sia dal padre che dalla madre.

Insulti che la giovane aveva fatto mettere nero su bianco nella denuncia sporta presso i Carabinieri di Carugate. «Non vali un c...o, mi fai schifo, non ragioni mai con la tua testa. Ti fai plagiare dalla tua ragazza», sarebbero state le parole pronunciate dalla madre.

E la situazione era degenerata quando, sempre la madre, aveva trovato in camera sua della marijuana. A quel punto, sempre stando al racconto reso dalla monzese alle Forze dell’ordine, sarebbero partiti prima gli spintoni, poi calci e pugni che il padre le avrebbe inferto.

Trasportata al San Gerardo, le era stato diagnosticato un trauma cranico non commotivo e una distorsione cervicale con prognosi di 7 giorni».
Ed episodi del genere, ha assicurato la ragazza, erano avvenuti anche in precedenza, «sempre per lo stesso motivo, ossia la non accettazione da parte dei miei genitori del mio modo di vivere. In tali litigi si arrivava spesso alle mani e in più occasioni avevo dovuto chiedere l’intervento dei Carabinieri».

Di qui la decisione di ricorrere alle vie legali e portare madre (verso la quale nel frattempo le accuse sono cadute) e il padre.

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