Monza, elezioni: la Sinistra incontra le associazioni gay
LabMonza a 360° per affrontare il tema della parità. Quali sono le buone prassi per una città che possa difendere i diritti di tutti?

Di Emanuele Giacomelli
Dibattito aperto sul tema dell'omosessualità a Monza. Gay, lesbiche, transessuali, intersessuali (l'identità è personale ed ognuno deve sentirsi rispettato e rappresentato), non sono più un fenomeno a lato della società e, forse, è arrivato il momento della svolta anche per la città di Teodolinda.
A meno di un mese dalle elezioni, LabMonza, lista a supporto di Roberto Scanagatti, ha organizzato ieri nel tardo pomeriggio, nella sede di via Lambro, un momento di confronto su un tema dove non è più possibile chiudere gli occhi. Invitati speciali i vicini di casa di Lecco e Milano con alle spalle decenni di esperienza nel campo dell'associazionismo a tutela dei diritti LGBTI.
Mauro Pirovano di "Renzo e Lucio", associazione nata 10 anni fa a Lecco, Cornelio Belloni e Ileana Minola di Agedo, l'associazione che dal 1993 supporta i genitori degli omosessuali nel delicato momento del coming out e Sabrina Corona di Kronos Rainbow, gruppo operante nel territorio monzese contro qualsiasi forma di discriminazione, gli invitati, che, in una chiacchierata informale tra relatori e pubblico, hanno parlato di buone prassi per affrontare un tema che, talvolta, è ancora sconosciuto. A moderare l'incontro Marta Giuditta Sala di LabMonza che ha spiegato come questa tematica sia molto cara al collettivo di giovani guidato da Alessandro Gerosa, e come sia fondamentale dare spazio al tema dei diritti nel prossimo quinquennio governativo.
"Il nostro segreto è fare rete nel territorio - ha spiegato Pirovano - le associazioni si devono unire per meglio rappresentare i cittadini. La nostra idea è sempre stata quella di essere un punto di riferimento per chi vive con fatica la propria omosessualità, accompagniamo le persone e non siamo chiusi in un recinto. Stiamo sui diritti, i diritti di tutti". Un'associazione, quella di Renzo e Lucio che ha smosso l'opinione pubblica quando ancora si faceva fatica a parlare di omosessualità e che oggi è in prima linea nell'organizzare eventi culturali, partecipare alla vita sociale del territorio e parlare di prevenzione.
"I genitori arrivano e piangono - ha spiegato invece Minola - arrivare da noi, per una mamma o un papà, è già un passo avanti. Abbiamo gruppi di auto mutuo aiuto dove le persone imparano a confrontarsi e a condividere e questo è uno dei segreti per affrontare la fatica e l'impatto iniziale". Presente in 22 sezioni, Agedo, organizza e promuove attività di supporto per le famiglie "in crisi" dopo i coming out dei figli. Cosa dirà la società? Come affrontare il rapporto con la Chiesa? Che ne sarà di mio figlio? Domande che cercano di trovare risposte grazie ad uno sportello di accoglienza ma soprattutto alla creazione di legami e rapporti che nel tempo si consolidano.
Fondamentale il tema della prevenzione in un periodo dove, secondo i dati, le infezioni da HIV oltre ad altre malattie sessualmente trasmissibili, sono in aumento, anche tra giovanissimi. "Parlare nelle scuole, rompere i tabù e creare alleanze tra istituzioni e cittadini" sembra essere la ricetta per informare ed educare alla consapevolezza del rapporto sessuale, sia esso tra omosessuali o eterosessuali.
Modelli, quelli delle associazioni intervenute, che con fatica vorrebbero essere esportati anche nel territorio monzese che paga lo scotto con la vicinanza a Milano dove i gruppi, le serate, gli eventi e le associazioni a tema hanno ormai una lunga storia.
"Vorremmo fare dell'incontro tra le associazioni il motore propulsore della nostra attività politica - ha concluso Gerosa - il solo lavoro dell'amministrazione non basta.