Allerta incendi boschivi, ecco la cartina delle zone più a rischio in Lombardia

Due le zone interessate in queste ultime ore: il Varesotto e il Comasco, con un fronte di fuoco che ora si sta spostando verso la Valchiavenna.

Allerta incendi boschivi, ecco la cartina delle zone più a rischio in Lombardia
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Regione Lombardia ha comunicato l’allerta incendi boschivi e ha diffuso anche la cartina delle zone più a rischio in Lombardia.

Allerta incendi boschivi, ecco la cartina delle zone più a rischio

La Lombardia nelle ultime ore è ancora colpita dagli incendi. Due le zone interessate in queste ultime ore: il Varesotto e il Comasco, con un fronte di fuoco che ora si sta spostando verso la Valchiavenna.

Incendio nel Varesotto

L'incendio nel Varesotto si è sviluppato ieri,  giovedì 3 gennaio, intorno alle 17 . I i vigili del fuoco sono intervenuti in località Rasa – Monte Martica per un vasto rogo che con il passare delle ore è arrivato a bruciare  circa 70 ettari di bosco.

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Le fiamme tra Como e Sondrio

Sempre nelle ultime ore prosegue il lavoro dei Vigili del Fuoco perché la montagna continua a bruciare sopra Sorico. L’incendio però si sta spostando, nelle ultime ore, in Valchiavenna. (QUI MAGGIORI DETTAGLI)

Al lavoro senza sosta

Una situazione difficile, in cui sono costantemente impegnate tantissime squadre di Vigili del Fuoco. Intanto Regione Lombardia ha comunicato alle Amministrazioni dei Comuni del Lario l’allerta incendi boschivi. E con essa ha diffuso anche la cartina e la annessa tabella che indicano le zone più a rischio incendio di tutta la Lombardia.

 

Allerta e codice rosso

Intanto la Sala operativa della Regione Lombardia ha emesso un avviso di elevata criticità (codice rosso) per rischio incendio boschivo, dalle ore 12 di domani, sabato 5 gennaio, su diverse zone tra cui Valchiavenna, Verbano, Lario, Mella-Chiese, Garda e Area Pedemontana Occidentale. Rimane la moderata criticità (codice arancione) sulle Alpi centrali, Alta Valtellina, Brembo, Alto Serio-Scalve, Basso Serio-Sebino, Valcamonica e Oltrepò Pavese. Lo riferisce l’assessore al Territorio e Protezione civile, Pietro Foroni.

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Coldiretti stima i danni

"Ci vorranno almeno 15 anni per ricostruire gli ettari di bosco andati a fuoco con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo, in un territorio come quello lombardo dove le foreste coprono oltre 629 mila ettari, pari a più di un quarto del territorio regionale (26,4%), in aumento del 2,1% nell’ultimo decennio".

E’ quanto stima la Coldiretti, in questo caso, in riferimento al rogo divampato sul Monte Martica, nel Varesotto. 

Dove nelle ultime ore è arrivato anche il Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana che ha sottolineato:

“Come Regione lavoreremo per migliorare la gestione dei boschi. Disastri come questo non devono più ripetersi. Attiveremo un Tavolo con i proprietari di questi terreni, per lo più privati  cittadini, affinché si effettui una manutenzione e continua pulizia dei boschi, a partire dalle sterpaglie, che sono tra le principali cause dei roghi”.

 

Un disastro ambientale perché, come prosegue la Coldiretti, il fuoco "ha pesanti effetti dal punto di vista ambientale dovuti alla perdita di biodiversità con animali morti e piante distrutte e alla distruzione di ampie aree di bosco che sono i polmoni verdi e concorrono ad assorbire l’anidride carbonica responsabile dei cambiamenti climatici. Nelle foreste bruciate saranno impedite per anni anche tutte le attività umane tradizionali del bosco come la raccolta della legna, ma anche quelle di natura hobbistica come i funghi. Un costo che l’Italia è troppo spesso costretta ad affrontare perché – chiarisce la Coldiretti – manca l’opera di prevenzione nei boschi a causa dell’incuria e dell’abbandono forzato".

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Servono sorveglianza e manutenzione

In Lombardia – spiega la Coldiretti regionale – il 79% delle foreste si trova in aree montane, oltre il 13% in collina e il resto in pianura. Per difendere il bosco italiano – conclude la Coldiretti - occorre creare le condizioni economiche e sociali affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli, anche nei confronti dei piromani.

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