Dialetti in estizione, dalla Lega una proposta di legge per salvarli

Dal piemontese al siciliano, passando per lombardo, veneziano e anche yiddish: "I dialetti sono un inno alla diversità".

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Dialetti in estinzione, il deputato varesino e sindaco di Morazzone Matteo Bianchi e il collega Alex Bazzaro hanno presentato una proposta di legge per salvarli.

Dialetti in estinzione, “inno alla diversità”

Sono migliaia e migliaia, retaggio storico non solo dei territori ma spesso anche si singoli e piccoli Comuni, e ogni stanno andando pian piano scomparendo. Oggi la lega, con la proposta di legge presentata dai deputati Matteo Bianchi e Alex Bazzaro, rispolvera una delle sue storiche battaglie e punta a salvare i dialetti a rischio estinzione.

L’Italia Paese dei dialetti

“Secondo alcuni dati diffusi dall’Unesco – spiegano i due parlamentari – sono moltissime le lingue a serio rischio di estinzione e oltre un centinaio di queste si rinvengono nei Paesi dell’Unione Europea. A fronte di questo, abbiamo presentato una proposta di legge per la tutela di queste lingue indicate dal Libro Rosso dell’Unesco. In base a questi studi, l’Italia è uno dei Paesi al mondo con più varietà di dialetti: ogni comune, infatti, ne possiede uno. Per molti anni i dialetti sono stati però dimenticati e accantonati. Progressivamente sono spariti dalle famiglie, dai luoghi di lavoro, dalle strade, questo perché il Paese aveva bisogno di affermare la propria lingua ufficiale”.

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“Patrimonio da difendere”

dialetti in estizione, bianchi e bazaro propongono una legge

Per i due leghisti, i dialetti italiani sono “un inno alla diversità, alla tradizione e alla storia di un popolo”, insomma “un patrimonio da difendere”. “Oggi, per fortuna, si assiste ad un’inversione di tendenza e la promozione delle lingue minori rientra a pieno titolo fra i diritti fondamentali dell’uomo – spiegano – . Il dialetto è espressione della ricchezza delle nostre diversità culturali, e per questo va sempre valorizzato e rispettato. In Veneto, per esempio, i cittadini chiedono da tempo allo Stato il riconoscimento del proprio dialetto come lingua vera e propria, tanto che il Consiglio regionale ha approvato una proposta di legge con l’obiettivo di avviare l’insegnamento del dialetto nelle scuole e con la speranza di vedere inserito anche il veneto tra le lingue minoritarie tutelate dalla legge 482/1999”.

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Ampliare le lingue da difendere

La legge 482/1999 già prevede la tutela di alcune lingue proprie delle minoranze linguistiche storiche. Tra queste, giusto per citarne qualcuna, le lingue catalane, germaniche, greche, franco-provenzali, il friulano, il ladino e il sardo. Un elenco che il duo leghista vuole ampliare. “Il sostrato linguistico e culturale del nostro Paese, in realtà, è ben più ricco e variegato – fanno notare – si pone quindi l’esigenza di  ampliare le lingue tutelate dalla legge”. La proposta chiede quindi di inserire all’elenco numerosi dialetti e lingue locali: dal griko calabrés e salentino all’yiddish, passando anche per il veneciano, il napolitano-calabrés, il siciliano, il lombardo e il piamontés.

Parola ai territori

La delimitazione dell’ambito territoriale di ciascun idioma e le disposizioni a tutela delle minoranze linguistiche storiche saranno, in caso di approvazione della proposta, adottate dal consiglio regionale ” sentiti i comuni e le province interessati, su richiesta di almeno il 15% dei cittadini  iscritti nelle liste elettorali e residenti nei comuni o nelle province stessi, ovvero di un terzo dei consiglieri comunali o provinciali dei medesimi”.

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