“Cinese di m…a, ti sparo in testa”, offesa e minacciata al supermercato a Monza VIDEO
Pronta la risposta dell'azienda: "Abbiamo già preso provvedimenti disciplinari nei confronti dell'addetto".
“Cinese di m…a, ti sparo in testa”, offesa e minacciata al supermercato perché non parla italiano. E' accaduto all'Iper di Monza.
Cinese offesa al supermercato
Un gesto grave. Inquietante. Avvenuto a Monza e diffuso in rete da una ragazza cinese, Erika J. Lin che, sul suo profilo Facebook aperto al pubblico, ha postato un video in cui si vede una signora di nazionalità cinese che sta facendo la spesa e che mentre si trova nel reparto acque del supermercato prova a chiedere chiarimenti indicando il prezzo delle bottiglie e si esprime come può, avendo difficoltà a parlare italiano. Un ragazzo, probabilmente un addetto, riprende la scena e poi la insulta:
“Qui siamo in Italia, inutile che parla cinese, se vuole parlare cinese se ne deve tornare in Cina”.
Poi il ragazzo che sta riprendendo la scena con il cellulare inizia la sua personale, come la definisce lui stesso, “supercazzola”, continuando a riprendere la scena con il suo telefono, immortalando anche un addetto che ride della scena.
“Senti c..o di cinesa, già siete venuti nel mio c..o di paese a distruggere tutto il mercato, prima che ti spezzo le gambe, ti sparo in testa brutta cinese di m…a – e punta due dita a modi pistola sulla testa della cliente –, pam, bastarda”.
La prima a riconoscere che si tratta del punto vendita di Monza è la stessa ragazza che ha diffuso il video in rete:
“Un vostro dipendente ha insultato e minacciato una signora cinese indifesa, colpevole solo di essere cinese e non capire la lingua italiana. Non esagero” scrive la ragazza “Il tizio si è ripreso, ma non si riesce a capire chi è. Sfortunatamente, è stato abbastanza intelligente da riprendere anche un collega e si vede chiaramente che è un vostro dipendente e che riconosco come uno dei ragazzi che lavorano all’Iper di Monza”, precisa la ragazza, taggando direttamente la catena della grande distribuzione.
La replica dell'azienda
Iper ha già preso le distanze dall'episodio sulla propria pagina facebook aziendale. E anche l'ufficio comunicazione di Iper, contattato da noi questa mattina, ha ribadito che si dissocia totalmente dal grave episodio.
Dopo quanto successo ci spiegano:
"abbiamo già preso provvedimenti disciplinari nei confronti dell'addetto che si vede inquadrato. Stiamo ora indagando sulla persona che ha filmato il tutto. Speriamo anche di riuscire a rintracciare la vittima per porgerle direttamente le nostre scuse per questo video che non sembra recentissimo".
Le scuse di Iper sono arrivate anche direttamente sul post della giovane cinese. Ecco invece il post sulla pagina Facebook dell'azienda:
Un video divenuto virale sui social
Il video, che è già stato rimosso da Youtube per aver violato le normative anti bullismo, ha fatto il giro dei social. Tante le parole di condanna e indignazione, non solo dalla comunità cinese, ma da chiunque abbia ritenuto il gesto gravissimo e inquietante.
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Dopo avere avuto a che fare con gli inservienti dei supermercati e/o delle imprese di multiservizi, Primo Levi scrisse "Se questo è un uomo". Non ci sono altre parole per definire le non-persone che indossano magliette rosse, verdi, arancioni, gialle, e assumono sistematicamente comportamenti molesti, immotivati e, addirittura, illegali. Il loro comportamento è ancora più vile e ripugnante se si considera che mai una non-persona in maglietta colorata avrebbe osato comportarsi a quella maniera con un mafioso nigeriano o maghrebino. Non a caso, il personale di inservienza in generale ha quasi sempre tratti somatici come di balordo, di malavitoso, e il loro comportamento è logica conseguenza. Gli Anglofoni hanno una definizione efficace per definire quelli come gli inservienti: "less than a person". Quell'inserviente non deve solo perdere il lavoro, deve venire incarcerato, e che serva di lezione a tutta la sua categoria.
Episodio specifico a parte, cresce l'insofferenza verso gli stranieri.