Il lecchese Riccardo Gatti (Open Arms) ospite da Fazio su Rai 1 FOTO E VIDEO
"Nessuno mette i suoi figli su una barca a meno che l'acqua non sia più sicura della terra ed evidentemente i paesi da dove queste persone fuggono non sono sicuri. Ce lo raccontano e noi lo vediamo sui loro corpi"
Nella serata di ieri il lecchese Riccardo Gatti, comandante e capo missione della Ong Proactivia Open Arms è stato ospite della trasmissione “Che tempo che fa” di Rai 1. Gatti si è seduto davanti al famoso tavolo-acquario di Fabio Fazio insieme a Pietro Bartolo, dirigente medico del presidio sanitario di Lampedusa.
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Riccardo Gatti ospite da Fazio
“A scanso di equivoci il nostro intento è quello di fare chiarezza, non parleremo di migranti, di numeri ma di persone” ha esordito Fazio prima di passare la parola a Gatti, originario di Calolziocorte, sottolineando che ad oggi, Open Arms è ferma. “La capitaneria di porto di Barcellona non concede l’autorizzazione a partire” ha spiegato Gatti. Ricordiamo che la nave, con a bordo 60 naufraghi era stata accolta nel porto spagnolo dopo che era stato negato l’attracco in Italia e a Malta. “Il motivo è che siccome non ci sono porti aperti di Italia e Malta la Spagna ci ha detto che se noi partissimo, e soccorressimo migranti, violeremmo di fatto quella norma internazionale che dice che le persone devono essere sbarcate il prima possibile in un porto sicuro”.
Al momento non ci sono navi di Ong che operano nel Mediterraneo. “La Sea Watch è ferma a Catania – ha proseguito Gatti – Noi siamo a Barcellona. La Mare Ionio si sta preparando a partire e la Sea Eye è a Palma di Maiorca”.
Terra e acqua
Dopo aver mostrato alcune emozionanti immagini dei salvataggi effettuati da Open Arms Fazio ricordato ha una citazione fatta dallo stesso Gatti. “Nessuno mette i suoi figli su una barca a meno che l’acqua non sia più sicura della terra”. “Tutte le persone che noi soccorriamo ci dicono che non stanno fuggendo solo dai loro paesi, ma stanno fuggendo dalla Libia, dalle violenze, dalle uccisioni, dalla compravendita di schiavi, dalle violenze sessuali. Non solo ce lo raccontano, ma lo vediamo sui loro corpi. Ciò significa che forse l’acqua è ancora più sicura della terra”.
Se le persone non partono, le persone non muoiono, ha detto (evidentemente provocatoriamente Fazio). “Non è vero – ha replicato Gatti – Fuggono da luoghi dove non possono vivere tranquilli. E’ logico, non muoiono in mare, ma loro non si fermano”.
I finanziamenti
Chi finanzia le Ong? Ha chiesto ancora il conduttore. “Tanti dicono che sia Soros ma non è così. Per quanto ci riguarda siamo sostenuti al 96% da cittadini. Riceviamo anche aiuti da Amministrazioni come ad esempio il Comune di Barcellona”.
Come funziona il soccorso?
Qualcuno vi chiama? Ha incalzato Fazio. “No no, noi siamo in azione da circa 2 anni e mezzo. Prima tutto il soccorso era perfettamente coordinato dalla Guardia Costiera Italiana. Erano loro che ci dicevano dove andare perchè c’era una imbarcazione da soccorrere. Nell’ultimo anno e mezzo c’è stata una totale involuzione di quello che era un protocollo operativo di soccorso in mare perfettamente funzionante. Ora noi partiamo e aspettiamo di vedere e trovare qualcosa. Prima era difficile, ora è come trovare un ago in un pagliaio”.