Reddito di cittadinanza? In Brianza lo vogliono (almeno) in 20mila
A fornire i primi dati è stata la Cisl Monza Brianza Lecco diretta da Rita Pavan.
Reddito di cittadinanza? In Brianza lo vogliono (almeno) in 20mila. Nel pomeriggio di ieri, giovedì 14 febbraio, si è svolto a Lecco un incontro di approfondimento su Reddito di cittadinanza e «Quota 100». Ad organizzarlo è stata la Cisl Monza e Brianza. I lavori sono stati introdotti da Rita Pavan, segretaria generale della Cisl Monza Brianza Lecco, che ha ricordato, tra l’altro, come le prime stime sul Reddito di cittadinanza, prevedano 7 mila domande a Lecco e 20 mila in Brianza.
Reddito di cittadinanza? A Lecco lo vogliono (almeno) in 7000
Ha poi preso la parola Anna Fumagalli, responsabile degli sportelli sociali della Fnp (i pensionati della Cisl). Dopo aver ricordato che in Italia 5 milioni di persone vivono sotto la soglia della povertà, la Fumagalli ha ricordato i caratteri distintivi del Reddito di cittadinanza: il contrasto alla povertà e la politica attiva del lavoro. Successivamente è entrata nel merito dei requisiti necessari per ottenerlo evidenziandone anche le non poche criticità.
Il ruolo dei centri per l’impiego
Cristina Pagano del Centro per l’impiego di Lecco, ha illustrato la situazione in merito ai nuovi compiti che spetteranno ai Centri per l’impiego. Al di là delle indicazioni contenute nella legge, la sua raccomandazione, per coloro che otterranno il Reddito di cittadinanza, è stata quella di recarsi personalmente ai Centri per iniziare l’iter di ricerca di un posto di lavoro.
I criteri per accedere
In breve ricordiamo quali sono i criteri per poter accedere ai fondi:
Il Reddito di cittadinanza viene erogato ai nuclei familiari in possesso cumulativamente, al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata dell’erogazione del beneficio, dei seguenti requisiti.
Requisiti di cittadinanza, residenza e soggiorno
Il richiedente deve essere cittadino maggiorenne italiano o dell’Unione Europea, oppure, suo familiare che sia titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente o cittadino di Paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo. È, inoltre, necessario essere residente in Italia per almeno 10 anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo.
Requisiti economici
Il nucleo familiare deve essere in possesso di:
- un valore ISEE inferiore a 9.360 euro;
- un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 30.000 euro;
- un valore del patrimonio mobiliare non superiore a 6.000 euro per il single, incrementato in base al numero dei componenti della famiglia (fino a 10.000 euro), alla presenza di più figli (1.000 euro in più per ogni figlio oltre il secondo) o di componenti con disabilità (5.000 euro in più per ogni componente con disabilità).
- un valore del reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui, moltiplicato per il corrispondente parametro della scala di equivalenza (pari ad 1 per il primo componente del nucleo familiare, incrementato di 0,4 per ogni ulteriore componente maggiorenne e di 0,2 per ogni ulteriore componente minorenne, fino ad un massimo di 2,1). Tale soglia è aumentata a 7.560 euro ai fini dell’accesso alla Pensione di cittadinanza. Se il nucleo familiare risiede in un’abitazione in affitto, la soglia è elevata a 9.360 euro.
Altri requisiti
Per accedere alla misura è inoltre necessario che nessun componente del nucleo familiare possieda:
- autoveicoli immatricolati la prima volta nei 6 mesi antecedenti la richiesta, o autoveicoli di cilindrata superiore a 1.600 cc oppure motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc, immatricolati la prima volta nei 2 anni antecedenti (sono esclusi gli autoveicoli e i motoveicoli per cui è prevista una agevolazione fiscale in favore delle persone con disabilità);
- navi e imbarcazioni da diporto (art. 3, c.1, D.lgs. 171/2005).
Il Reddito di cittadinanza è compatibile con il godimento della NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) e di altro strumento di sostegno al reddito per la disoccupazione involontaria. L’assegno non verrà invece erogato ai nuclei familiari che hanno fra i loro componenti soggetti disoccupati a seguito di dimissioni volontarie nei dodici mesi successivi alla data delle dimissioni, fatte salve le dimissioni per giusta causa.
Da quando è possibile presentare domanda
Come sottolineato sul sito la domanda può essere presentata a partire dal 6 marzo: online, presso tutti gli uffici postali e presso i CAF. C’è tempo fino al 31 marzo per richiedere il contributo che sarà erogato ad aprile.