Contro l’aborto davanti all'ospedale con la riproduzione di un feto in mano

La protesta di una associazione di Besana. 

Contro l’aborto davanti all'ospedale con la riproduzione di un feto in mano
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Contro l’aborto davanti all'ospedale con la riproduzione di un feto in mano. E' accaduto giovedì 2 maggio davanti al nosocomio di Merate. La protesta di una associazione di Besana.

Contro l’aborto davanti all’ospedale di Merate con la riproduzione di un feto in mano

In una mano il rosario e nell'altra la riproduzione a grandezza naturale di un feto di 12 settimane. Hanno manifestato così, giovedì 2 maggio davanti all'ospedale Mandic di Merate, "colpevole" di essere un ospedale abortista. A raccontarlo sono i nostri colleghi del GiornalediLecco.it 

Vestiti di bianco e armati solo di volantini e cartelli con scritte in difesa della "vita innocente", i componenti dell’associazione "Ora et labora" di Besana Brianza sono approdati settimana scorsa in città per quello che, oltre a un presidio di protesta contro l’aborto e la legge 194, voleva essere una veglia di preghiera per il risveglio delle coscienze alla cultura della vita.

"Puntiamo a diffondere la cultura della vita"

"Vede questo? – domanda il presidente di Ora et Labora Giorgio Celsi, mostrando la riproduzione a grandezza naturale di un feto di 12 settimane – Non è un grumo di cellule, è un bambino. Se la gravidanza non è malattia, l’aborto non è una cura. Noi puntiamo a diffondere la cultura della vita".

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