Nelle foto di Delmati l'Afghanistan mai visto

La rivista ufficiale del Club alpino italiano pubblica alcuni scatti della spedizione del 1974 della sezione di Bovisio.

Nelle foto di Delmati l'Afghanistan mai visto
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Un Afghanistan mai visto. Per il 45esimo anniversario della spedizione del Cai, la rivista ufficiale del Club alpino italiano pubblica alcune delle fotografie scattate dal bovisiano Fabrizio Delmati nel lontano 1974.

Alla scoperta di una terra inviolata

Fabrizio Delmati era appena 25enne quando intraprese l’esplorazione di una terra che negli anni Settanta veniva identificata come "bianca", inviolata e soprattutto ignota. L’Asia come crocevia di culture, detentrice di vette dimenticate, risultava l’obiettivo della sezione bovisiana del Cai. Nessuna opportunità di soccorso, nessuna comunicazione con l’Italia.
"Il punto di partenza era la località di Faizabad e il viaggio prevedeva la scoperta della catena dell’Hindu-Kush – ricorda il fotografo – eravamo dieci italiani, tra i quali alpinisti, accademici e un medico".

"Il più bel posto del mondo"

La spedizione alpinistica, ideata da Piero Comelli, recentemente scomparso, aveva permesso a Fabrizio di documentare una terra che nel corso degli anni è stata manipolata e distrutta da guerre e devastazioni: "Ho avuto il privilegio di fotografare le grotte dei monaci con il Buddha di Bamiyan, distrutte nel 2001 dai talebani, i laghi Bandiamhir o di entrare in contatto con popolazioni nomadi del territorio". E aggiunge: "E' il posto più bello che io abbia mai visto".

"Mostro una terra che non c'è più"

"Attraverso i miei scatti mostro un Afghanistan che non c’è più, irrecuperabile". Delmati cerca, infatti, di recuperare uno splendore andato ormai perso.
I documenti fotografici sono stati realizzati con una "Nikon F" analogica. "A quei tempi non si poteva scattare trenta volte su un soggetto. Io scattavo una volta e doveva andar bene - ricorda Delmati – Lavoravo per l’agenzia Olympia e due anni dopo la spedizione ho cominciato l’attività con Ansa, andata avanti per quasi dieci anni".

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