Adescava minori in rete con profilo falso poi ne abusava vestito da donna: arrestato

L'uomo attirava i giovani a casa sua a Saronno.

Adescava minori in rete con profilo falso poi ne abusava vestito da donna: arrestato
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Adescava minori in rete con profilo falso poi ne abusava vestito da donna: arrestato questa mattina uomo di 48 anni.

Adescava minori in rete con profilo falso poi ne abusava vestito da donna: arrestato

Questa mattina, giovedì 7 novembre, i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Saronno hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Milano su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo lombardo nei confronti di un saronnese di 48 anni. Per l’uomo, un operaio italiano con pregiudizi di polizia per molestie, i reati contestati sono violenza sessuale nei confronti di minori e detenzione di materiale pornografico, realizzato utilizzando minori degli anni diciotto. L’uomo, catturato questa mattina dai Carabinieri, è stato condotto presso il carcere di Busto Arsizio, dove rimarrà a disposizione dell’A.G.

L’inizio delle indagini

L’indagine è stata svolta dai militari della Compagnia di Saronno a partire dall’intervento effettuato da una pattuglia per una lite, avvenuta proprio nell’abitazione dell’indagato nell’agosto dello scorso anno. Sul posto i Carabinieri hanno identificato l’arrestato ed un altro cittadino italiano, apprendendo in seguito che l’uomo intendeva farsi giustizia da sé, dopo essere venuto a conoscenza che il 48enne aveva adescato con l’inganno suo figlio minorenne. I successivi approfondimenti facevano emergere una vicenda più inquietante e, in particolare, chiarivano che l’indagato, nel biennio 2016 – 2018, aveva già adescato altri 3 minori.

Il modus operandi

L’uomo contattava i ragazzi, tutti tra i 15 ed i 17 anni, su Facebook utilizzando un falso profilo femminile. Tramite messaggi inviati con il servizio di messaggistica del noto social network chiedeva ai minori di trasmettergli foto delle loro parti intime, promettendo in cambio una prestazione sessuale da consumare nella sua abitazione. I giovanissimi venivano invitati in orario serale nell’appartamento dell’indagato che, rimanendo sull’uscio di casa al buio, indossando una parrucca di colore rosso e parlando in falsetto per sembrare una donna, praticava un rapporto orale alle vittime, ignare di tutto. Si tratta di uno dei primissimi casi in Italia in cui è stata contestata all’indagato l’ipotesi di violenza sessuale aggravata dal fatto di aver tratto in inganno la vittima sostituendosi ad altra persona.

 

 

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