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Coronavirus, la Lombardia chiude

Stessa sorte per altre quattordici Province in Italia. Si potrà entrare e uscire solo per motivi gravi.

Coronavirus,  la Lombardia chiude
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Coronavirus, la Lombardia chiude. Stessa sorte per altre quattordici Province in Italia.

Coronavirus,   la Lombardia  chiude

Un nuovo Decreto del Governo estende di fatto la zona rossa a tutta la nostra regione e ad altre quattordici Province d'Italia.  Queste le disposizioni contenute nel nuovo Decreto del Governo  ufficializzate nella notte fra sabato 7 e domenica 8 marzo 2020.

In pratica sono bloccati gli spostamenti dalla nostra regione, dalla quale si potrà entrare e uscire solo in caso di emergenza o per motivi gravi.  Chiuse palestre, piscine e centri benessere, musei, centri culturali e stazioni sciistiche. Centri commerciali aperti solo dal lunedì al venerdì. Il provvedimento è valido fino al 3 aprile.

Nel decreto c’è anche un invito a limitare la mobilità interna alle "zone di sicurezza". Chi manifesta una "sintomatologia da infezione respiratoria e febbre maggiore di 37,5° C" è "fortemente raccomandato di rimanere presso il proprio domicilio e di limitare al massimo i contatti sociali, contattando il proprio medico curante".

Non si fermano i mezzi pubblici e non si chiudono gli uffici pubblici ma “si raccomanda ai datori di lavoro pubblici e privati di anticipare, durante il periodo di efficacia del presente decreto, la fruizione da parte dei lavoratori dipendenti dei periodi di congedo ordinario o di ferie”. Restano le disposizioni già in vigore, compresa la chiusura delle scuole e delle università.  Previste sanzioni per chi vola le norme.

Le Province che diventano zona rossa al pari della Lombardia sono:  Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti, Alessandria, Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli.  

La Lombardia chiude: il comunicato della Regione

La misura si era ipotizzata già nel tardo pomeriggio quando, dopo la riunione con i  sindaci dei capoluoghi di Provincia, la Regione aveva emesso un comunicato in cui si sottolineava la necessità di "mettere in campo misure stringenti e rigorose in base alle quali si possano chiedere sacrifici alle comunità. E’ chiaro che ciò può avvenire solo in presenza di indicazioni rapidissime".

Poco più tardi era seguita la netta presa di posizione del coordinamento dei medici di terapie intensive che non lasciava spazio a dubbi sulla gravità della situazione:

La posizione dei medici

“L’intera rete delle terapie intensive è stata ristrutturata, creando strutture dedicate nelle quali, completamente bardati per difendersi dall’infezione, si lavora con grande fatica per assistere malati gravi e gravissimi, la cui vita dipende da apparecchiature tecnologicamente complesse disponibili purtroppo in numero limitato. Anche per questo motivo è assolutamente necessaria l’immediata adozione di drastiche misure finalizzate a ridurre i contatti sociali e utili al contenimento dell’epidemia”.

“In assenza di tempestive ed adeguate disposizioni da parte delle Autorità saremo costretti ad affrontare un evento che potremo solo qualificare come una disastrosa calamità sanitaria”.

La Lombardia chiude: la reazione di Fontana

Coronavirus: la Lombardia chiude e il Governatore della Lombardia Attilio Fontana ha  immediatamente commentato la bozza di Decreto del Governo, apprezzando ma anche criticando.

La bozza del provvedimento del Governo,  che ho ricevuto solo in serata,  sembra andare nella direzione del contenimento della diffusione del virus, invitando - con misure più  incisive - i cittadini alla prudenza".

"Ciò detto - ha continuato - non posso non evidenziare che la bozza del Decreto è, a dir poco, 'pasticciata' e necessita da parte del Governo di chiarimenti per consentire ai cittadini di capire cosa si può fare o meno. La confusione e' evidenziata anche dalle moltissime chiamate che stanno giungendo al mio telefono e a quello di chi da giorni è al mio fianco per affrontare questa emergenza".

Poco dopo il governatore della Lombardia ha aggiunto: "Siamo comunque in contatto con i rappresentanti del Governo  per cercare di mettere i cittadini e le categorie sociali in condizione di capire cosa possono fare domani. Abbiamo inviato a Roma le nostre osservazioni e la collaborazione tra i nostri tecnici e quelli di Palazzo Chigi è costante".

(Poi nelle notte il decreto è stato firmato e molte disposizioni sono state chiarite).

Intanto oggi l'assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera aveva aggiornato la situazione del contagio, ecco tutti i numeri.

I dati aggiornati del contagio

I dati aggiornati ad oggi infatti dicono che:

- i casi positivi sono 3.420 (l’incremento elevato rispetto ai 2.612 di ieri è dovuto all’arrivo in blocco di circa 300 tamponi positivi provenienti da Brescia che ieri non erano stati processati).

- i deceduti 154 (ieri erano 135), tutte persone anziane con un quadro clinico già compromesso. L'87% ha più di 75 anni, l'11% ne ha fra 65 e 74 e il 2% fra 50 e 64 anni. Fra loro anche la prima vittima brianzola.

- i dimessi e trasferiti al domicilio 524

- in isolamento domiciliare 722

- in terapia intensiva 359 (+50 rispetto a ieri)

- i ricoverati non in terapia intensiva 1.661

- i tamponi effettuati 15.778

I casi per provincia con l'aggiornamento rispetto agli ultimi due giorni

BG   761/623/537

BS   413/182/155

CO   23/11/11

CR   562/452/406

LC   35/11/8

LO   811/739/658

MB   61/20/19

MI   361 (di cui 158 a Milano città, ieri erano 119 /267/197

MN   46/32/26

PV   221/180/151

SO   6/4/4

VA   27/23/17

e 93 in corso di verifica

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