Coronavirus, un minuto di silenzio per le vittime
Coronavirus, in piazza Trento e Trieste a Monza bandiera a mezz’asta per ricordare tutti i monzesi uccisi dal Covid-19 e sostenere medici e infermieri nella battaglia quotidiana contro il virus.
Coronavirus, bandiera a mezz'asta
Il dolore di chi non ha potuto salutare per l'ultima volta i propri cari, la sofferenza di una nazione intera (di tutto il mondo ormai) per il dilagare di questo nemico invisibile e gli sforzi incessanti di operatori sanitari per offrire le cure ai malati. Il coronavirus sta davvero davvero lasciando il segno un po' ovunque e a Monza, per iniziativa delle autorità civili, si è pensato di compiere un gesto simbolico aderendo all'iniziativa promossa da Anci. Oggi martedì 31 marzo alle 12 bandiera a mezz’asta davanti al Monumento dei Caduti di piazza Trento e Trieste. Il sindaco Dario Allevi in fascia tricolore, accompagnato dal Comandante della Polizia Locale Pietro Curcio, osserverà un minuto di silenzio per ricordare tutte le vittime monzesi del Covid-19. A Monza, dall’inizio dell’emergenza sanitaria, le persone decedute sono 36.
Ricordare le vittime e sostenere gli operatori
Il Comune di Monza aderisce così all’iniziativa di Anci per ricordare le vittime dell’epidemia ed esprimere il massimo sostegno a tutti gli operatori sanitari. «È un gesto simbolico – spiega il Sindaco Dario Allevi – per onorare tutte le persone che non ce l’hanno fatta, per colpa di questo maledetto virus. Non sono numeri. Sono donne e uomini con un nome e un cognome, una famiglia, una storia. Donne e uomini che resteranno per sempre nel nostro cuore. Come lo straordinario lavoro che, in tutti gli ospedali, ogni giorno fanno altre donne e uomini. Oggi il nostro pensiero sarà rivolto anche ai medici e agli infermieri che da oltre un mese sono in trincea. Noi che siamo la retroguardia di questa guerra li dobbiamo sostenere adottando tutti i comportamenti che ci chiedono le autorità sanitarie. Solo così potremo vincere tutti insieme. E solo così onoreremo i nostri morti».
La vita sospesa per il coronavirus
«Da sempre i Sindaci nelle emergenze sono in prima linea, ha ricordato Dario Allevi. E lo sono anche in questa battaglia contro un nemico invisibile e silenzioso ma, proprio per questo, ancora più pericoloso. Sono settimane difficili, per certi versi drammatiche. La vita nelle nostre città sembra sospesa. L’epidemia sta mettendo duramente alla prova la nostra esistenza, le nostre abitudini, il nostro sistema economico – produttivo. Mai come in questo momento sentiamo sulle spalle tutto il peso della responsabilità delle nostre comunità. Ma la paura non deve prevalere. Dobbiamo tenere duro, stare in casa e guardare al futuro con fiducia e speranza. Senza dimenticare i caduti di questa nuova e improvvisa guerra».
La protezione di San Gerardo
Sempre oggi, alla stessa ora, il parroco di San Gerardo Don Massimo aprirà l’urna che ospita il corpo del Santo dei Tintori per invocare la sua protezione sulla città. Era già successo nella storia. Pochi giorni dopo la sua scomparsa, nell'anno 1207, gli abitanti di Olgiate Comasco fecero un voto: stremati e terrorizzati per il dilagare della peste, decisero di invocare su di loro la protezione di Gerardo, che a Monza aveva fondato il primo ospedale aperto anche a chi non poteva permettersi di pagare le cure dei medici. Il principio su cui si basa, ancora oggi, la nostra sanità che sta combattendo contro il coronavirus.