Sanità lombarda: il somaro e il primo della classe
Alle critiche di Sinistra e Movimento 5 Stelle il consigliere regionale Andrea Monti replica con una battuta tagliente.
Sanità lombarda: il somaro e il primo della classe. Per il consigliere regionale della Lega Andrea Monti il primo della classe è la Lombardia, il somaro gli invidiosi che ne criticano la sanità, quella sanità "dove fino a tre mesi fa venivano a farsi curare". Intanto però la sanità lombarda è finita sotto attacco da varie parti. Ma andiamo con ordine.
Sanità lombarda: il somaro e il primo della classe
"Abbiamo fatto tutto praticamente da soli", sottolinea il consigliere Monti riverendosi alla gestione lombarda dell'emergenza Covid e aggiunge: "Siamo rimasti inascoltati e ridicolizzati prima, quando lanciavamo l’allarme sulla pericolosità del Covid-19 e lasciati soli durante il picco dell’emergenza".
"Ma forse la verità è che questo accade perché in Lombardia si è sempre lavorato bene e il somaro non vede l’ora di farla pagare al primo della classe appena lo vede in difficoltà”.
"Ogni cosa è migliorabile – conclude Monti – ma ci sono elementi oggettivi innegabili: fino a tre mesi fa correvano qui da tutta Italia anche per farsi curare una semplice cataratta o intervenire su un’anca. Oggi, improvvisamente, arrivano addirittura a mettere in dubbio l’autonomia della Lombardia nella gestione della sanità, auspicando un ritorno all’Amministrazione centrale".
L'attacco del Movimento 5 Stelle
Proprio oggi un altro brianzolo, il parlamentare pentastellato Gianmarco Corbetta, insieme alla collega di partito Mariolina Castellone ha depositato un'interrogazione al Senato per sottoporre alle valutazioni del Ministro della Salute il funzionamento della sanità lombarda, anche alla luce dell’emergenza Covid-19.
“La sanità in Lombardia era stata radicalmente modificata all’epoca di Formigoni, con l’equiparazione del servizio pubblico a quello privato. In tempi più recenti, precisamente nel 2015 - ha spiegato Corbetta - la sanità lombarda è stata ulteriormente riformata dal governatore Roberto Maroni, con la creazione delle Ats (Agenzie di tutela della salute) e delle Asst (Aziende socio sanitarie territoriali)”.
“Una riforma - prosegue Corbetta - a carattere sperimentale, tanto che la stessa legge regionale che l’ha istituita prevede che a 5 anni dall’entrata in vigore il Ministero della Salute ne valuti l’efficacia”.
“La sorte ha voluto che proprio quest’anno, l’anno dell’epidemia Covid, il Governo debba giudicare la riforma voluta da Maroni quale 'evoluzione', del Testo Unico di Formigoni" gli ha fatto eco il consigliere regionale brugherese del Movimento 5 Stelle Marco Fumagalli.
“La suddivisione della sanità in Ats e in Asst - conclude Corbetta - ha mostrato tutti i suoi limiti nell’ambito dell’emergenza Covid: le Ats rappresentano un inutile allungamento della catena di comando ed un costo indiretto eccessivo che i lombardi devono pagare per mantenere il sistema di accreditamento della sanità privata. E’ inoltre sotto gli occhi di tutti una eccessiva tendenza all’ospedalizzazione, a discapito dei servizi di presidio territoriale, tutt’oggi molto carenti”.
“Ma il peccato originale - chiude Fumagalli - sta nel disegno formigoniano che, unico caso in Italia, ha equiparato il sistema pubblico a quello privato. Ci auguriamo di archiviare presto questa sperimentazione e tornare ad un sistema in cui i fabbisogni sanitari dei cittadini lombardi vengano soddisfatti da una sanità pubblica rapida ed efficiente e dove il privato svolga solo un ruolo subordinato, perché la sanità non è un business e non deve generare profitti”.
Quasi 80.000 firme intanto chiedono di commissariare la sanità
Forti del sostegno di quasi 80.000 firme e guardando alla scadenza del prossimo mese di agosto, quando terminerà il periodo di sperimentazione per la legge regionale di riforma del sistema socio sanitario (LR 23/2015), Milano2030, rete di associazioni, partiti e movimenti della sinistra, ha dato oggi notizia di aver trasmesso formalmente al Ministro della Salute Roberto Speranza la richiesta di nomina di un commissario ad acta per la sanità lombarda.
La partita, politica, insomma è quantomai aperta.