L'appello al Governo

Scuole paritarie, 24 sindaci scrivono al premier Conte e al ministro Azzolina

L'iniziativa, partita dal sindaco di Lissone Concetta Monguzzi, è stata sottoscritta da ben 24 primi cittadini della Provincia di Monza e Brianza

Scuole paritarie, 24 sindaci scrivono al premier Conte e al ministro Azzolina
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L'appello è quello di sostenere le scuole paritarie che sono, nella maggior parte dei casi, indispensabili per garantire il diritto allo studio nei singoli Comuni. E' partita da Lissone, e sostenuta da altre 23 Amministrazioni, la lettera indirizzata al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte e al ministro della Pubblica istruzione Lucia Azzolina.

L'appello per le scuole paritarie

Incrementare il fondo straordinario di 65 milioni di euro sin qui destinati a coprire i costi fissi sopportati dalle scuole a causa della forzata chiusura dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia paritarie. Ma non solo, è necessario anche prevedere ulteriori risorse economiche per garantire la ripresa dell’attività nel prossimo anno scolastico.

Questo è il cuore dell'appello, fortemente voluto dal sindaco di Lissone Concetta Monguzzi, sostenuto da ben 24 sindaci della Provincia di Monza e Brianza.

Nella missiva indirizzata a Palazzo Chigi e a viale Trastevere i primi cittadini hanno espresso all'unanimità la forte preoccupazione "per il futuro delle scuole paritarie dell’infanzia e primarie, considerate le crescenti criticità economiche con le quali hanno già dovuto confrontarsi in questo periodo emergenziale".

Necessità di intervento dal Governo

Secondo i sindaci, infatti, la presenza degli istituti sul territorio delle realtà paritarie "ha permesso di integrare l'offerta formativa, rendendola accessibile alle famiglie e valorizzando competenze ed eccellenze territoriali, oltre a garantire un numero di posti adeguato alle esigenze di ogni specifica collettività".

Per le scuole paritarie, le entrate per il pareggio di bilancio sono costituite delle rette delle famiglie. Introiti che, al momento, sono sospesi considerata la forzata chiusura delle scuole e la sospensione delle lezioni. Non solo: numerose scuole paritarie si sono attivate per rimborsare rette scolastiche relative al mese di marzo, attuando un gesto di forte vicinanza alle famiglie ma rendendo, nei fatti, ancor più precaria la loro stessa sostenibilità finanziaria.

Questo il passaggio principale della lettera indirizzata al Governo e che è stata sottoscritta dai sindaci. Una lettera che vuole essere da monito per un supporto più concreto alle decine e decine di realtà che, affiancando il lavoro delle scuole pubbliche, spesso sono necessarie per garantire a tutti gli studenti il diritto all'istruzione.

Le scuole paritarie sono ricche di storia, sono state volute fortemente dalle famiglie nel corso degli anni, e sono costantemente supportate dagli Enti locali attraverso convenzioni con i Comuni che ben ne  comprendono l’utilità ed il valore. Al Parlamento chiediamo che il supporto economico necessario a garantire la funzionalità economica delle scuole paritarie non venga esclusivamente demandato ai Comuni. Occorre intervenire con ulteriori integrazioni per tutelare posti di lavoro dal momento che la Cassa integrazione del corpo docente è scaduta lo scorso 31 maggio, con le inevitabili conseguenze per i bilanci di chi dal mese di marzo è soggetto a una consistente riduzione dello stipendio. Occorre intervenire per tutelare il diritto alla scuola delle nostre giovani generazioni.

Sindaci e amministratori locali si sono rivolti al presidente Conte e al ministro Azzolina anche alla luce dei fondi "anticipati" dai Comuni stessi per i progetti formativi in corso grazie a specifiche convenzioni.

I Comuni hanno erogato, persino in anticipo sui tempi originariamente programmati, i contributi spettanti ai plessi, dimostrando concretamente l’importanza che le Amministrazioni riconoscono a tali istituti. Ma l’impossibilità di introitare le rette delle famiglie pone un punto interrogativo sul futuro dell’offerta formativa paritaria, un pericolo che potrebbe compromettere il diritto all'istruzione che vogliamo assicurare ad ogni bambino. Questa perdita comprometterebbe, a livello locale, l’equilibrio dei percorsi formativi che consentono ai nostri ragazzi di poter scegliere metodologie di insegnamento e formatori, sentendosi insieme con le loro famiglie davvero protagonisti nel cammino dell’istruzione.

L'appello è stato sottoscritto dai sindaci di Agrate Brianza, Arcore, Barlassina, Bellusco, Bernareggio, Brugherio, Carnate, Caponago, Cavenago, Cesano Maderno, Desio, Macherio, Muggiò, Nova Milanese, Ornago, Ronco Briantino, Seregno, Sulbiate, Triuggio, Usmate Velate, Vedano al Lambro, Verano Brianza e Villasanta.

(Immagine profilo Giuseppe Conte)

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