"Mi fido di noi": l'economia solidale al tempo del Covid
Non un semplice scambio di oggetti usati, ma un baratto di professionalità attraverso una moneta virtuale, il Fido.
"Mi fido di noi": l'economia solidale al tempo del Covid. Un progetto innovativo che è parte integrante del Distretto di economia solidale della Brianza, DesBri. Non un semplice scambio di oggetti usati, ma un baratto di professionalità attraverso una moneta virtuale, il Fido.
"Mi fido di noi": l'economia solidale al tempo del Covid
In Brianza esiste un Distretto di economia solidale, sintetizzato nell’acronimo DesBri. Ne fanno parte diverse comunità, tra queste anche "Mi fido di noi" che potremmo definire un’evoluzione della mailing list «Cerco&Offro» che metteva in contatto persone disponibili a vendere e acquistare oggetti usati.
"Mi fido di noi" ora è dedicato allo scambio di beni e servizi. Per aderire bisogna diventare soci del DesBri. La comunità è sorretta da una moneta complementare (Fido) che permette a tutti gli aderenti di scambiare beni, informazioni e conoscenze, ma anche competenze e professionalità, non più solo tramite la modalità del baratto, ma attraverso una compensazione in Fidi, appunto come unità di valore. Un Fido ha un valore di sei minuti e di 1 euro.
E' attiva una piattaforma virtuale on-line che ha diverse funzioni: pubblicare e condividere le necessità e le offerte di ciascun aderente; dare visibilità al proprio profilo con le proprie competenze; contabilizzare gli scambi e i conti correnti in Fidi di ciascun aderente con conseguente trasferimento di Fidi da un conto a un altro e infine tenere un archivio.
La "spinta" da un finanziamento Cariplo
Il progetto ha avuto un’importante "spinta" da un finanziamento Cariplo e ha tutte le potenzialità per tornare utile a molte persone in questo post pandemia, che purtroppo rischia di compromettere la stabilità economica di molte famiglie.
Come è stato sottolineato anche recentemente da Camera di Commercio e Afol, Agenzia provinciale per il lavoro, anche in Brianza ci si attende una pesante diminuzione di Prodotto interno lordo causa pandemia, un calo che significa purtroppo tanti posti di lavoro persi.
Ecco quindi che una piattaforma con la quale si possono scambiare non solo oggetti, ma anche professionalità può tornare utile a tanti. Ad esempio io posso imbiancarti la cameretta del figlio perché le mie capacità me lo consentono, tu in cambio, grazie ai Fidi che ho guadagnato, puoi fare ripetizioni di inglese a mia figlia, che ne ha bisogno.
"Può sostenere la vulnerabilità sociale"
"E’ un progetto che può senz’altro sostenere la vulnerabilità sociale, che può aiutare economicamente le famiglie - sottolinea Sara Didoni, una delle promotrici - Certo, non risolvo tutti i miei problemi con i Fidi guadagnati ad esempio tagliando il prato al vicino perché sono forzatamente a casa dal lavoro, ma do una mano al budget familiare e nello stesso tempo entro in relazione con altre persone, conoscenze che magari in futuro possono consentirmi di trovare un lavoro. Sono cose che sono già successe e che danno valore al progetto".
Poco prima del lockdown il progetto si è ampliato ed è stato esteso dalle persone fisiche alle aziende, che hanno la possibilità di offrire servizi con uno sconto in Fidi. Un capitale in fidi che, ricordiamo, resta comunque sempre all’interno della stessa comunità che l’ha generato.
"Questo è importante perché quello che spendiamo ad esempio in un supermercato non resta tutto nel paese dove insiste quel supermercato, quella che movimenta il progetto Mi fido di noi è invece una ricchezza che resta tutta al nostro interno», sottolinea ancora Didoni.
Attualmente fanno parte della comunità circa 150 persone fisiche e oltre 40 realtà commerciali che comprendono ad esempio l’Associazione Stefania e la cooperativa Liberi Sogni.
Ha funzionato anche durante il lockdown
Il meccanismo ha funzionato anche durante il lockdown, la fiducia tra le persone ha consentito di far superare la diffidenza nell’utilizzo di oggetti usati. Oggetti che si possono comunque utilizzare in sicurezza nonostante il Covid, basta aspettare qualche giorno prima di usarli.
"Nelle nostre case ci sono tantissimi oggetti che non utilizziamo, ma che possono tornare utili a qualcun altro - sottolinea ancora Sara - Dalla scopa elettrica ancora funzionante che abbiamo sostituito con un altro modello, allo zaino del figlio che ha completato gli studi. Oggetti che per altri possono avere ancora un grande valore, diventando quindi preziosa merce di scambio".
Uno scambio di oggetti che può avvenire anche con persone che risiedono in altre province, dato che la piattaforma brianzola è collegata anche ad altre piattaforme in Italia. Un valore aggiunto il discorso legato alle professionalità, che favorisce le relazioni tra le persone. Perché non provare?
(La foto che apre l'articolo si riferisce a un'iniziativa promossa prima dell'emergenza Covid-19)