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Una nave per soccorrere i migranti nel Mediterraneo

E' l'idea di Resq, associazione umanitaria di cui è vicepresidente il limbiatese Corrado Mandreoli, che sta raccogliendo fondi

Una nave per soccorrere i migranti nel Mediterraneo
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Una nave per soccorrere i migranti nel Mediterraneo.  E' l'idea di Resq (People saving people) associazione umanitaria di cui è vicepresidente il limbiatese Corrado Mandreoli, che sta raccogliendo fondi

Una nave per soccorrere i migranti nel Mediterraneo

L'associazione Resq nasce dallo  spirito altruistico di centotrenta soci fondatori, tra i quali appunto il limbiatese  ex sindacalista e presidente della Camera del Lavoro di Milano.  Corrado Mandreoli, da sempre attento alle politiche sociali e alle migrazioni, si è sin da subito buttato a capofitto nel progetto: "L’associazione è nata lo scorso anno come reazione alle ristrettezze delle attività delle ong per via dei decreti Sicurezza. Poiché le navi erano bloccate, abbiamo pensato di aggiungerne un’altra in supporto.  Non potevamo e non volevamo rimanere indifferenti mentre la gente affogava in mare. Il nostro programma ha subito dei rallentamenti a causa dell’emergenza sanitaria e abbiamo lanciato l’associazione solo a fine luglio. Tuttavia, abbiamo ricevuto il supporto di diversi esponenti pubblici, anche il tre volte sindaco di Riace Mimmo Lucano ci sostiene".

La cifra da raggiungere è 700mila euro

Tra i soci anche Cecilia Strada di Emergency, il giornalista Gad Lerner, il giornalista vimercatese Daniele Biella e l’ex pm Gherardo Colombo, originario di Briosco. L’obiettivo è arrivare a comprare una nave di quaranta metri con a bordo un equipaggio di dieci membri a cui si aggiungeranno nove tra medici, infermieri, soccorritori, mediatori, giornalisti e fotografi. In più ci saranno due gommoni veloci in appoggio, che assicureranno gli avvicinamenti alle imbarcazioni in difficoltà. La cifra da raggiungere è di 700 mila euro. "Sono già arrivate più di seicento donazioni, alcune anche da duemila euro. A lungo termine ci piacerebbe costituire una vera e propria flotta. Se malauguratamente non dovessimo arrivare all’obiettivo prefissato, i soldi raccolti saranno donati ad associazioni impegnate a salvare vite in mare" ha spiegato Mandreoli.

"L’imbarco dei mille"

L’associazione ha lanciato una campagna dal nome d’ispirazione garibaldina "L’imbarco dei mille" con l’obiettivo di arrivare a mille soci. A fine settembre sarà lanciata una vera e propria campagna di crowdfunding. L’ex sindacalista specifica che la filosofia sottesa al progetto è quella di rendere le persone responsabili in prima persona, infatti lo slogan di Resq è proprio «people saving people», persone che salvano persone: «Non abbiamo grossi finanziatori come le ong che organizzano i salvataggi in mare. Noi esistiamo grazie alla partecipazione attiva delle persone comuni che credono in questo progetto» evidenzia Mandreoli.

"Le critiche sui social non mi preoccupano"

Sui social le critiche al progetto non sono mancate: "I commenti negativi che ci tacciano come taxi del mare o buonisti non mi preoccupano, purtroppo sono frutto di una cattiva informazione e semplificazione fatta dalla politica. Devo dire che nessuno è mai venuto a dirci dal vivo che stavamo facendo qualcosa di errato. Salvare vite in mare è qualcosa che lo Stato ha il dovere di fare. Le Ong sopperiscono alle mancanze dello Stato, che nel frattempo non ha esitato a rinnovare il memorandum Italia-Libia, nonostante le atrocità dei campi di detenzione libici siano sotto gli occhi di tutti". Ora l’associazione sta organizzando degli eventi per farsi conoscere: "I prossimi saranno a Como e a Varese ma ben presto ne organizzeremo anche in Brianza. Abbiamo ricevuto il supporto in via informale di alcuni sindaci di zona".

Lezioni di diritti umani sulle scuole

L’associazione Resq non opera solo in mare ma anche su terra, con l’obiettivo di portare una corretta informazione sulle dinamiche migratorie e sui salvataggi nel Mediterraneo non solo agli adulti ma anche ai più giovani. Sono previste delle vere e proprie lezioni nelle scuole, così da educare i bambini e i ragazzi al rispetto dei diritti umani. Sono moltissimi i giovani che hanno deciso di aderire al progetto e di offrirsi come volontari per la gestione del sito internet e della comunicazione sui social: "La mia generazione non è nata insieme ad internet- spiega il vicepresidente Corrado Mandreoli- Invece i ragazzi di oggi sono nati  cresciuti con il computer e lo smartphone. Sono preziosi, perché ci danno una mano enorme nel raggiungere sempre più persone interessate a salpare con noi".

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