Negozi: il 30% delle attività a rischio per la crisi Covid
Lo dice un'indagine di Cofcommercio Milano, Monza Brianza e Lodi.
Negozi: il 30% delle attività a rischio per la crisi dovuta al Covid. Lo dice un'indagine di Cofcommercio Milano, Monza Brianza e Lodi.
Negozi: il 30% delle attività a rischio
Il 30 per centro dei negozianti che fanno capo a Confcommercio di Milano, Monza Brianza e Lodi pensa che la propria attività sia a rischio chiusura entro la fine del 2020.
Il dato, a dir poco preoccupante, emerge dal sondaggio-indagine che Confcommercio ha realizzato su un campione di 962 imprese, il 71% delle quali ha fino a un massimo di 9 addetti. Un dato più alto a Milano città (34%) rispetto a Monza e Brianza (28%) e Lodi (25%).
Le imprese non si sono ancora riprese dal lockdown e oltre l’86% considera gli aiuti ricevuti sino ad ora insufficienti. Per alcune categorie, come le agenzie di viaggio e l’ingrosso alimentare, questa percentuale sale addirittura al 100%. E’ al 90% per la ristorazione, al 94% nel settore della ricettività e al 97% per gli ambulanti.
A non essere incoraggianti sono purtroppo i numeri del fatturato, che tra gennaio ed agosto si sono ridotti mediamente del 45%. Migliore la previsione per il periodo settembre dicembre, ma sempre parecchio negativa: -37%. E’ soprattutto il settore del turismo che ha risentito di più della pandemia e che, stando alle previsioni e sensazioni, ne risentirà ancora pesantemente di qui alla fine dell’anno.
Anche gli ambulanti e le aziende di trasporto però non se la passano bene, tanto che i cali di fatturato previsti per i prossimi mesi sono di poco inferiori a quelli registrati sin qui.
Anche in questo caso Milano città, penalizzata più di altri centri dallo smart working, sta peggio dell’hinterland e di Monza e Lodi. Fra le attività che ne consentono l’attuazione questo coinvolge oltre il 75% dei dipendenti nel 56% delle imprese interpellate.