Ore di attesa per un tampone

Disavventura per l'ex senatrice Baio all'aeroporto di Roma

La bernareggese ha attaccato Giuseppe Conte e il presidente della regione Lazio

Disavventura per l'ex senatrice Baio all'aeroporto di Roma
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Ore di attesa per un tampone all'aeroporto di Roma per l'ex senatrice bernareggese Emanuela Baio che ha voluto sfogarsi dopo l'accaduto.

La senatrice Baio si sfoga dopo la disavventura

Arrivata a Roma da Bruxelles l'ex senatrice Emanuela Baio ha dovuto aspettare ore sotto la pioggia per effettuare il tampone obbligatorio con tendoni assenti, disservizi e personale ridotto all'osso. Una disavventura in un periodo di grande attenzione per l'emergenza coronavirus che ha fatto salire la rabbia nella consigliera comunale di Bernareggio, che ha voluto rendere pubblica la propria disavventura.

"Se Nicola Zingaretti e la Regione Lazio si fossero impegnati non sarebbero mai riusciti ad essere così disorganizzati - ha scritto l'ex senatrice -  Vi racconto cosa ho trovato e valutate se siamo in un Paese e in una Regione civile: alle 19 arrivo a Fiumicino da Bruxelles. Come impone il nuovo decreto del Ministero della Salute cerco dove effettuano il test per verificare un eventuale contagio da #Covid19. Dentro l’aeroporto il servizio chiude alle 18. Raggiungo con una navetta lo spazio promosso dalla Regione Lazio nel parcheggio lunga sosta. Arrivo mentre piove, peccato che non ci sia uno spazio coperto dove poter aspettare. C’è solo una piccola tenda della Croce Rossa ma le persone che attendono di fare il test sono molte, circa 150 e la maggior parte è costretta a stare sotto l’acqua. Sono montate 4 tende, ma una sola è utilizzata e dentro ci sono 2 fra infermieri e medici; è personale medico e paramedico della Croce Rossa. Comincia la tragicommedia che vi racconto evidenziando i punti salienti, alcuni molto gravi. Ad un certo punto, per me dopo quasi 3 ore d’attesa, l’infermiera chiama un certo signor Lucio per dargli il referto negativo, peccato che lui non abbia ancora fatto il test. Il “mitico” signor Lucio si ribella, ma tutto si risolve perché lo sottopongono subito al test. Questo “fattaccio” accresce la tensione già presente, anche perché nessuno ha spiegato che serve compilare un modulo e poi si verrà chiamati. Ma i moduli sono finiti e quindi è impossibile compilarli. Li stanno stampando. Peccato che sono quelli vecchi. Nel frattempo arrivano persone che si mettono in una fila diversa e sono chiamati immediatamente a fare il test. Immaginatevi l’arrabbiatura dei presenti. La giustificazione è che devono andare al lavoro e devono sottoporsi al test, ma il dubbio dei furbetti è forte. Se il tampone rapido risulta positivo, la persona è accompagnata in una tensostruttura diversa dove le effettuano accertamenti scientificamente più sicuri. Peccato che oltre a reperire i moduli, consegnarli ai presenti, ritirarli, chiamare le persone per il test, consegnare i referti, la stessa infermiera deve anche accompagnare i possibili contagiati, asintomatici, che non avendo uno spazio dove stare sono costretti ad essere vicino a tutti gli altri. In attesa del modulo e del test decido di andare al bar, anche perché ormai erano le 22,30 e la mia #glicemia si stava abbassando. Spiego alla barista che c’è tensione e lei candidamente mi dice che il personale sanitario è stato ridotto. Anche loro avrebbero dovuto chiudere alle 21, ma vedendo che c’era molta gente hanno deciso di continuare. C’è pochissimo da mangiare, infatti alle 11, non avendo più nulla da vendere, anche il bar chiude".

Lo sfogo contro il governo e la Regione Lazio

Emanuela Baio dopo aver fatto il test ha voluto mettere nero su bianco il suo sfogo contro il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e quello della regione Lazio, Nicola Zingaretti:

"Le belle regole dei Presidenti Giuseppe Conte e Nicola Zingaretti svaniscono nell’umidità romana, perché il distanziamento è impossibile nello spazio delimitato, visto che i passeggeri erano molti - ha scritto l'ex senatrice - Gli italiani sono persone serie, l’unica regola rispettata è la mascherina portata correttamente. Per risolvere tutti i disservizi, la disorganizzazione e soprattutto gli errori sanitari, sarebbe stato sufficiente non farlo all’aperto, ma in aeroporto h 24. In questo periodo Fiumicino è sotto utilizzato, quindi lo spazio disponibile è abbondante. Sarebbe stato sufficiente che i Presidenti Conte e Zingaretti lo chiedessero o meglio lo imponessero alla dirigenza dell’aeroporto; almeno un bar è sempre aperto. E’ doveroso anche perché presto ci sarà la stagione invernale. Se poi Zingaretti voleva organizzare il drive in per test nel parcheggio di Fiumicino era liberissimo di farlo. Dotare gli spazi in aeroporto di personale sanitario sufficiente, perché due sole persone anche se disponibili e brave non possono riuscire. Delimitare spazi adeguati, così da consentire il distanziamento. Fornire il materiale necessario, quali i moduli ovviamente aggiornati alle nuove disposizioni".

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