Verano, madre e figlio contagiati e abbandonati da tutti
La denuncia di Luca Russolillo che ha curato da solo la mamma di 94 anni

Verano, madre e figlio contagiati e abbandonati da tutti. Il calvario di una famiglia
La denuncia del veranese
Un vero incubo è quello vissuto da Luca Russolillo, 54 anni di Verano. Da una parte la paura di perdere l'anziana madre positiva al Covid, da cui è stato contagiato a sua volta, dall'altra le numerose difficoltà incontrate nella gestione dell'assistenza, a causa di una grande disorganizzazione. Disorganizzazione che ha voluto denunciare pubblicamente, perchè qualcosa cambi.
Il racconto
Russolillo vive a Verano Brianza con la moglie, che attualmente si trova in Brasile bloccata dal Covid. La madre, Giuseppina Motta, 94 anni, vive nella stessa abitazione in un altro appartamento, non è autosufficiente ed è assistita da una badante.
Il 16 ottobre la badante manifesta mal di gola, e l'anziana che accudisce alcuni sintomi di stanchezza e malessere. "Sono riuscito privatamente ad organizzare uno screening a domicilio (tamponi molecolari) il 22 ottobre - racconta - Il 24 ottobre è arrivato l' esito: mia madre positiva, così come la badante, io negativo. E' stato l’inizio dell’incubo. Siamo stati improvvisamente abbandonati".
Il veranese ha contattato subito il medico di famiglia che però - da quanto racconta - non è intervenuto poichè ha avuto indicazioni di non visitare a domicilio, ha proposto quindi il ricovero. "Fortunatamente un caro amico medico mi ha consigliato la terapia a domicilio, e mi ha supportato telefonicamente giornalmente con la terapia e il controllo dell’andamento generale dalla temperatura alla saturazione".
All'anziana signora però serviva anche un'assistenza. " Ho contattato l’ufficio servizi sociali del comune per avere dei contatti: mi è stato trasmesso il numero telefonico dell’ATS e di una cooperativa, ma nulla di più. Ho dovuto sbrigarmela da solo e trovare attraverso una cooperativa di Seregno una persona che si occupasse dell’igiene personale di mia madre. Con la stessa cooperativa ho organizzato il secondo tampone di controllo non avendo ricevuto ancora nessuna chiamata dall’ATS".
Grazie all'insistenza e tenacia di Russolillo, il veranese è riuscito ad ottenere anche la sorveglianza infermieristica a partire dal 27 ottobre, ma per poco: " l’infermiere è venuto a visitarci solamente un giorno, il 3 novembre, poi è scomparso".
Ma i problemi non sono ancora finiti per la famiglia: "Purtroppo il secondo tampone è risultato ancora positivo sia per mia madre che per la badante e logicamente sono diventato positivo anch’io, avendo deciso consapevolmente di ammalarmi per assistere mia madre. L’ATS mi ha contattato il 6 novembre, dopo 15 giorni dalla segnalazione del medico di famiglia, e dopo aver illustrato la situazione mi ha proposto il tampone di controllo a Vimercate o Monza. Significava stare un'ora, un'ora e mezza in auto con mia madre che non cammina, che è debilitata e non è in grado di uscire di casa. Ho chiesto l’USCA, ma la risposta è stata negativa e la promessa di ricevere comunque un riscontro il 9 novembre. Ma sto ancora aspettando".
A questo punto non gli resta che muoversi ancora privatamente. " Sono riuscito a riprogrammare privatamente i tamponi di controllo l' 11 novembre, con esito finalmente negativo. E' stato un vero incubo. E' assurda la burocrazia “malata” della Regione Lombardia, c'è disorganizzazione e abbandono. Manca il supporto logistico. Chi non ha capacità, relazioni professionali, condizioni economiche per risolvere in autonomia tutto questo, fa davvero fatica ad affrontare e combattero questo virus".