Lo scrittoio di Monza della Regina aggiudicata all'asta

Realizzata per la Regina Margherita quando soggiornava a Monza. Da una collezione privata romana ha cambiato proprietà. Aggiudicata per 12mila e 600 euro

Lo scrittoio di Monza della Regina aggiudicata all'asta
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Realizzato per la Regina quando soggiornava a Monza, lo scrittoio da una collezione privata romana ha cambiato proprietà. E' stata battuta con una valutazione di 12mila e 600 euro.

Lo scrittoio della Regina, il fatto

L'aggiudicazione si è svolta venerdì da Wannenes Genova e nel fine settimana la gara con gli oggetti presenti per quella giornata è stata catalogata dalla società tra le "aste concluse" come confermato poi direttamente dai curatori: "Lo scrittoio è stato aggiudicato per 12mila e 600, compresi i diritti d'asta, e dunque si può affermare che da venerdì ha un nuovo proprietario" . La stima al momento dell'organizzazione dell'asta era stata tra i 10mila e 15mila euro. La società d'aste non ha invece comunicato l'acquirente. Le offerte, considerando, il periodo di restrizioni Covid sono arrivate via telefono e attraverso posta elettronica.

Lo scrittoio, la Regina Margherita e Monza

Guardando alle caratteristiche della scrivania, si tratta di un mobile del 19esimo secolo, in noce ed ebano, di autore sconosciuto, ma realizzata appositamente per la regina Margherita quando a lei e a Re Umberto venne destinata la Reggia di Monza e quando venivano a soggiornare nella dimora del Piermarini. L'imponente scrivania, come attestava il numero di inventario inciso al suo interno, il 1387, arrivava da Roma da una collezione privata, ma la sua originaria provenienza era appunto legata ai Savoia, dalla Villa Reale di Monza dove venne registrata per la prima volta nell'inventario degli arredi di «Proprietà Privata di S. M.» contraddistinto dalla lettera «N», e redatto tra il 1881 e il 1910.

Il tentativo del Consorzio di riportarlo a Monza

Appena saputo che la scrivania della Regina stava per finire all'asta, il nuovo direttore del Consorzio Villa Reale e Parco, Giuseppe Distefano si era subito mosso coinvolgendo la Soprintendenza e conseguentemente il Ministero dei Beni culturali per cercare di riportare lo scrittoio  nella Reggia di Monza con la motivazione dell'interesse storico artistico del bene.

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