Didattica a distanza

La protesta contro la dad si è spostata sotto l'Arengario

Studentesse e studenti, pur in numero ridotto rispetto ai sit-in precedenti, non si sono fatti fermare neanche dalla pioggia.

La protesta contro la dad si è spostata sotto l'Arengario
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La protesta contro la dad si è spostata sotto l'Arengario. Studentesse e studenti, pur in numero ridotto rispetto ai sit-in precedenti, non si sono fatti fermare neanche dalla pioggia.

La protesta contro la dad si è spostata sotto l'Arengario

Da qualche settimana un gruppo di studenti delle superiori (scuola secondaria di secondo grado) il lunedì si ritrovava in piazza Trento e Trieste a Monza per seguire da lì le lezioni a distanza. Anche in giornate di freddo e vento.

Lunedì però a causa del ponte dell'Immacolata le lezioni non c'erano quindi il pacifico sit-in di protesta si è tenuto ieri, mercoledì. Non in piazza Trento, occupato dal presidio dei sindacato a sostegno dello sciopero dei dipendenti pubblici, ma in piazza Roma, sotto l'Arengario, al riparo dalla pioggia caduta a intermittenza.

La decisione del Governo di riaprire le scuole in presenza per il 75% degli studenti delle superiori a partire dal 7 gennaio insomma non ha fermato la forma di protesta di studenti e studentesse, anche se il drappello di coraggiosi che ha sfidato il freddo si è assottigliato.

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"Saremo in piazza anche lunedì prossimo - ha sottolineato Andrea Scicutella, studentessa dell'ultimo anno del Lico artistico Nanni Valentini - perché ora che il Governo ha deciso che si rientrerà in classe il 7 gennaio, scelta che noi auspicavamo e chiedevamo,  è necessario lavorare per un ritorno in classe in sicurezza".

Sicurezza che deve essere garantita soprattutto sui mezzi di trasporto. Si sono iniziate le scuole infatti con i trasporti che potevano avere una capienza dell'80% (di fatto i bus erano pieni), dal 7 gennaio la capienza è invece ridotta al 50%, quindi è giocoforza che dovranno essere aumentati i bus o scaglionati gli ingressi delle scuole rispetto a quelli delle aziende, altrimenti si rischia di propagare nuovamente i contagi.

"La scuola sicura non si chiude" recitava il cartello mostrato da una studentessa. L'auspicio è che, una volta riaperte, anche le superiori non debbano più richiudere per tenere le lezioni a distanza, "perché la dad - come hanno avuto modo di rimarcare in più occasioni i ragazzi - non è paragonabile alla didattica  in presenza. Con la didattica on line manca il contatto umano e il confronto. Chi pensa che la scuola consista solo nell’ascoltare si sbaglia. Intorno alle lezioni si creano discussioni e dibattiti, si impara a pensare con la propria testa nel rispetto delle idee altrui. Tutto ciò con la dad va perso".

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