Giorgio Gori: "Pronto a sfidare Maroni per la Regione" VIDEO

Gori è stato ospite della festa dell'Unità di Arcore

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Parte da Arcore, e non poteva essere altrimenti, la rincorsa del sindaco di Bergamo alla poltrona di presidente della Regione Lombardia.

Manca solo l'ufficialità, ma con tutta probabilità sarà l'esponente del Pd Giorgio Gori a sfidare il governatore uscente del centrodestra Roberto Maroni per la presidenza di Regione Lombardia.

Questa sera, giovedì, il sindaco di Bergamo, accanto alla collega arcorese Rosalba Colombo ha ribadito la sua disponibilità a sfidare l'ex ministro dell'Interno direttamente dal palco della festa dell'Unità, in corso ad Arcore, in viale Monte Rosa.

Ad accogliere Gori, oltre al segretario del Pd arcorese Michele Calloni, anche gli assessori della Giunta arcorese Valentina Del Campo, Fausto Perego e Roberto Mollica Bisci.

Presente anche una delegazione del Pd vimercatese capitanata dall'ex sindaco Paolo Brambilla accompagnato da Mariasole Mascia.

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"Disponibile a candidarmi"

"Sono sindaco da tre anni a Bergamo ma, come avrete saputo, dopo che mi hanno tirato per la giacca da mesi, ho dato la mia disponibilità, se ci sarà consenso attorno al mio nome, a candidarmi alle prossime elezioni regionali per il centrosinistra - ha sottolineato Gori -  Ho riflettuto molto su questa decisione primo poichè a me piace molto fare quello sto facendo, ovvero il sindaco. In secondo luogo non dobbiamo dimenticarci che da 25 anni si perde in Regione Lombardia e quindi non è scontata la nostra vittoria. Tutti mi ripetono che è una sfida difficile, ma proprio perchè mi appassionano le partite complicate, il mio carattere mi porta ad avere ancora più voglia di affrontarle. E' arrivata l'ora di cambiare pagina".

Bordate all'indirizzo di Maroni

"La Regione, in questi cinque anni, è andata progressivamente peggiorando - ha attaccato Gori - La Lombardia è una Regione straordinaria, fatta di persone che hanno una straordinaria capacità di lavoro con un territorio denso di imprese, di volontariato e di associazionismo ma tutto questo è frenato da una istituzione regionale che è un vero e proprio freno a mano che impedisce ai lombardi di ottenere i risultati che meritano. Come sapete c'è ancora una residua possibilità che Maroni decida di dimettersi per mandarci a votare prima perchè c'è una sentenza che lo aspetta alla fine dell'anno e, siccome teme l'esito di quel giudizio, esiste la possibilità che cerchi di accorciare il tempo e di farci votare prima della scadenza".

Il riferimento, per nulla velato, è al processo attualmente in corso alla quarta sezione penale del tribunale di Milano, che vede Maroni difendersi dall’ipotesi di aver esercitato pressioni per favorire due contratti d’assunzione stipulati a persone vicine a Maroni dalla società Expo 2015 e da Eupolis, l’ente della Regione Lombardia per la ricerca, la statistica e la formazione. Il processo ha già subito alcuni rinvii procedurali chiesti dai difensori di Maroni.

Tra i temi toccati welfare, lavoro, disoccupazione, famiglia e ospedali

"Abbiamo gli ospedali intasati di malati cronici", ha continuato Gori, proponendo presidi sanitari di qualità vicini a casa. Il primo cittadino di Bergamo vorrebbe attuare una "medicina di territorio", distribuita equamente sul territorio, che lasci ai grandi ospedali solo il compito di curare le malattie più gravi.

"Invece sul welfare, in particolare sull'assistenza alle persone (bambini, disabili, anziani) i servizi sociali si occupano solo del 30% delle persone che avrebbero bisogno", ha aggiunto il sindaco.

Non è mancato un riferimento all'alto tasso di disoccupati in Lombardia ("Abbiamo tassi più alti rispetto a quelli di altre Regioni") e al rilancio della famiglia.

E sul referendum regionale sull'autonomia Gori voterà "Sì"

Maroni e Gori voteranno "Sì" al referendum sull'autonomia in programma nel prossimo mese di ottobre. Infatti se è vero che all'interno del Pd il dibattito sulla posizione da tenere sul quesito referendario è ancora acceso, il primo cittadino di Bergamo, insieme ad altri sindaci Pd delle maggiori città lombarde (tra i quali Beppe Sala di Milano) si è fatto promotore del Comitato per il "Sì", senza se e senza ma.

"L'autonomia e i benefici per la crescita e il lavoro per tutti non possono essere strumentalizzati da una parte politica che ha isolato fino ad ora la Lombardia - ha sottolineato Gori - Per questo diciamo un sì convinto e ci organizzeremo perché il referendum sia una vittoria di tutti i lombardi e non una bandierina di una parte".

Ampio servizio sull'intervento di Gori sul Giornale di Vimercate in edicola da martedì prossimo, anche nell'edizione sfogliabile per pc e tablet

 

 

 

 

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