Seveso, l'immobile confiscato alle mafie ospiterà una comunità per disabili
Via libera dalla Giunta comunale al progetto di ristrutturazione dell'immobile.
Al via il recupero dei beni confiscati alle mafie. La Giunta comunale di Seveso ha infatti approvato il progetto esecutivo relativo ai lavori di ristrutturazione edilizia degli immobili di via Vignazzola 94, in località Meredo, che ospiteranno una comunità di accoglienza per disabili non motori.
L'immobile confiscato alle mafie ospiterà una comunità per disabili
Si tratta del villino residenziale e del box acquisito al patrimonio indisponibile dell'Ente in seguito all’assegnazione, decretata nel 2019, da parte dell'Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. La spesa complessiva dell’opera è stimata in 90mila euro, per i quali si richiederà un finanziamento regionale per il 50 per cento aderendo al bando pubblicato lo scorso 22 febbraio a sostegno del recupero e utilizzo di tali beni a fini sociali o anche istituzionali o per scopi economici ma con il vincolo del reimpiego dei proventi per finalità sociali. Relativamente agli immobili di via Vignazzola 94, l’Amministrazione comunale intende utilizzarli per la realizzazione di una comunità di accoglienza residenziale per disabili non motori.
Il villino sarà assegnato a un operatore tramite bando
Il villino si sviluppa su 4 livelli: piano seminterrato, piano terra, piano primo e sottotetto adibito a ripostiglio. All’interno dell’area verde di pertinenza è presente una piscina, che verrà smantellata al fine di limitare i rischi per gli ospiti dell’alloggio. Allo stato attuale, la porzione immobiliare è abbandonata e necessita di alcuni interventi di ripristino. Una volta eseguita la ristrutturazione edilizia, l’Amministrazione comunale procederà alla selezione, tramite apposito bando pubblico per la concessione in convenzione dell’alloggio, di un operatore del privato sociale operante nell’area della disabilità, cui affidare la gestione del bene.
Il sindaco: "Un progetto di grande valenza sociale"
“L’approvazione del progetto esecutivo per la ristrutturazione edilizia degli immobili di via Vignazzola 94 confiscati alla criminalità organizzata e l’adesione al bando regionale per ottenere un finanziamento regionale rappresentano la miglior risposta della nostra Amministrazione comunale alle domande che ci vengono rivolte sul tema della legalità – dichiara il sindaco Luca Allievi - Confiscare un immobile alle mafie significa riappropriarsi di qualcosa che è stato realizzato ai danni dei cittadini onesti. Ora la nostra comunità ha la possibilità di riconvertire un villino in un alloggio per disabili non motori per un progetto sul 'dopo di noi' di grande valenza sociale”.
“L’idea progettuale nasce dall’esigenza di riqualificare e preservare la costruzione, tramite interventi che ne mantengano l’integrità e che siano volti alla conservazione dell’immobile – spiega l’assessore ai Lavori pubblici e al Patrimonio, Alessia Borroni - La realizzazione dei lavori progettati rientra nel programma dell’Amministrazione comunale con l’obiettivo di rendere nuovamente fruibile l’immobile destinandolo alla vita sociale”.
L'assessore Romanò: "Un luogo che ricalcherà un'organizzazione di tipo familiare"
“Gli utenti dell’alloggio saranno disabili non motori adulti, con un livello di disabilità tale da non richiedere contesti particolarmente protetti, in grado di partecipare all’organizzazione della vita domestica, ma non di vivere autonomamente nel proprio domicilio. - è la descrizione del progetto sul “dopo di noi” dell’assessore ai Servizi Sociali, Marina Romanò - La comunità di accoglienza residenziale si configurerà quale luogo alternativo a quel nucleo familiare di origine che, per motivi diversi, non sarà nelle condizioni di assistere il familiare disabile. La stessa ricalcherà un’organizzazione di tipo familiare e si proporrà di garantire ai propri ospiti, anche tramite le attività di tipo educativo proposte, i diritti fondamentali di benessere, autonomia, vita di relazione, evitando il fenomeno dell’isolamento e dell’emarginazione sociale, utilizzando le potenzialità e le caratteristiche di ognuno, rispettando peraltro le diversità”.