Accanto ai malati anche durante il Covid, ora rischia il posto di lavoro
L'ospedale ha confermato l'assunzione di una sessantina tra operatori e personale. In 12, ad oggi, erano precari ora stabilizzati
Dopo anni e anni spesi accanto ai malati e dopo un anno intenso a dare anima e corpo nella lotta al coronavirus, ora rischiano di restare a casa. A sollevare il caso una operatrice socio-sanitaria di Lissone.
"Accanto ai malati, anche col Covid"
Una situazione certamente controversa quella che si è verificata all’ospedale San Gerardo di Monza, una situazione nella quale - suo malgrado - è rimasta coinvolta anche una lissonese che lavora come operatrice socio-sanitaria proprio nei reparti del nosocomio monzese. L’azienda sanitaria, infatti, ora ha avuto il via libera per l’assunzione di una sessantina di operatori.
E lo farà accingendo a una graduatoria del 2019 della quale però non fanno parte molti degli attuali addetti assunti in somministrazione tramite una agenzia di lavoro.
Io lavoro in ospedale da sette anni tramite una agenzia, non sono in sostituzione di nessuno e in tutto questo periodo ho dato il massimo, soprattutto in questo ultimo anno contrassegnato dall’emergenza legata al Covid 19 - ha spiegato la lissonese Felicia Scaffidi, che è anche nel Dipartimento Disabilità di Fratelli d’Italia MB - Ora ci hanno comunicato che, a partire da queste settimane, l’ospedale potrà assumere direttamente attingendo dalla graduatoria, non considerando molti che, in questi anni, hanno dato tutto se stesso per questo lavoro. Come me, ad esempio.
La lissonese, come un’altra novantina di colleghe, lavora al San Gerardo tramite un’agenzia di somministrazione.
Abbiamo superato le due ondate di Covid e abbiamo sempre lavorato nel migliore dei modi senza mai chiedere nulla in cambio e senza nemmeno avere diritto ai premi - ha continuato - Non è pensabile non considerare chi lavora in questi reparti anche da dieci anni.
E' intervenuto il sindacato
Della vicenda si sta occupando la Nidil di Monza-Brianza che, proprio mercoledì scorso, ha incontrato i vertici dell’ospedale monzese.
Troviamo positivo il fatto che l’ospedale possa assumere, investendo quindi sulla salute dei cittadini, ma non è pensabile che però lo si faccia sulla pelle dei lavoratori precari che in tanti anni di servizio non si sono mai tirati indietro di fronte alle difficoltà - ha spiegato Lino Ceccarelli della Nidil MB - La Regione ha autorizzato alla spesa di 2 milioni per l’assunzione di personale, all’incirca 60 dipendenti. E lo farà però tramite la graduatoria, dimenticandosi magari dei “somministrati” che svolgono il loro compito da molti anni.
Attualmente sono 89 gli Oss (operatori socio sanitari) confermati. Di questi già quattro non sono stati confermati, ma sono stati però assunti in quanto si trovavano nella graduatoria del 2019.
C’è stata una carenza di informazione e di comunicazione nei nostri confronti, ma l’ospedale si è impegnato a garantirci maggiore coinvolgimento - ha continuato Ceccarelli - Mercoledì abbiamo incontrato la direzione amministrativa e abbiamo esposto le nostre posizioni su questa vicenda.
"Vicino ai malati hanno preso il Covid"
L’appello, quindi, è quello di preservare il lavoro e la professionalità di chi negli ultimi anni ha messo a disposizione della salute dei cittadini tutte le proprie competenze.
Abbiamo chiesto maggiore attenzione a queste persone che hanno dato la vita per questo lavoro; per non parlare dei tanti che, purtroppo, hanno anche preso il Covid - ha continuato il sindacalista - Era sufficiente che la Regione prevedesse una clausola per garantire la stabilizzazione dei precari che hanno sempre dimostrato attenzione, efficienza e professionalità. E il fatto che siano in questi reparti da tanti anni lo dimostra.
La speranza è quindi che si possa aprire un canale parallelo che possa permettere anche ai lavoratori delle agenzie di essere regolarizzati.
Se si vuole si può, è personale altamente qualificato e con mansioni strategiche soprattutto in questo periodo di emergenza sanitaria - ha tuonato Ceccarelli - Chiediamo solo che venga tenuto conto dell’anzianità di servizio. Perchè una persona che magari lavora in ospedale da due mesi verrà stabilizzata, mentre chi lavora diligentemente qui da dieci anni rischia di dover essere lasciato a casa? Lo troviamo discriminatorio.
La posizione dell'ospedale
La direzione dell’ospedale San Gerardo di Monza, dal canto suo, non ha mancato di sottolineare come le nuove assunzioni avverranno anche tenendo in considerazione dell’esperienza maturata dal personale in somministrazione tramite agenzia.
Il bilancio 2021 consente la stabilizzazione di 61 figure professionali che vengono attinte dalla graduatoria di concorso per operatori socio sanitari (gli Oss, Ndr) effettuato da Asst Monza e approvato con deliberazione numero 672 del 23 maggio 2019 - hanno puntualizzato i vertici dell’azienda sanitaria monzese - Tale graduatoria è stata costituita anche valorizzando l'esperienza professionale maturata nello svolgimento di lavoro flessibile presso l'Asst Monza prevedendo l’assegnazione di un punteggio specifico per il personale somministrato.
Un dettaglio, tra l’altro, confermato anche dagli stessi sindacati.
Pertanto, considerando la necessità imprescindibile di rispettare tutte le regole di assunzione attraverso procedura concorsuale pubblica è evidente che avendo previsto tale valorizzazione è possibile assumere anche personale somministrato - hanno continuato da via Pergolesi - Ad oggi infatti tra gli assunti ci sono 12 risorse attualmente impiegate in azienda come personale somministrato.
La richiesta di stabilizzare i precari
Insomma così come per la lissonese che lavora al San Gerardo da ben sette anni, molti restano in attesa di sapere che fine faranno.
Bene la posizione non ostile della dirigenza dell’ospedale, ma è giusto e doveroso che questi lavoratori siano stabilizzati - ha concluso Lino Ceccarelli - Chiediamo che i precari vengano regolarizzati contrattualmente, il lavoro se lo meritano e se lo sono guadagnati sul campo.
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