Storia

L'antica ara romana sarà restaurata

Era stata rinvenuta nel 2013 durante gli scavi per la nuova piazza di Villa Raverio, a Besana

L'antica ara romana sarà restaurata
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Sarà restaurata l'antica ara romana rinvenuta a Besana in Brianza (un esempio nella foto sopra).

Rinvenuta durante gli scavi

Gli scavi per la riqualificazione di piazza Sant’Eusebio, a Villa Raverio, frazione di Besana in Brianza, l’avevano riportata alla luce. Era il 2013; alla guida del Comune c’era il sindaco Vittorio Gatti. Da allora l’ara romana dedicata al dio Mercurio è conservata nel magazzino comunale. Ora - in seguito ad una chiamata partita dalla Sovrintendenza che ha riportato alla memoria il «tesoro» custodito -, l’altare sarà restaurato e collocato in un luogo adatto alla sua importanza: villa Filippini, cuore della cultura besanese.

«Il primo passo sarà definire il progetto di restauro da affidare a un esperto. Il secondo rivalorizzare l’ara che è il simbolo della nostra città: ricca di risorse straordinarie, non solo patrimoniali, rimaste nascoste per tanto tempo ma che giorno dopo giorno stiamo riscoprendo», ha detto il sindaco Emanuele Pozzoli.

I precedenti appuntamenti con la storia

La vicenda dell’altare porta alla memoria altri ritrovamenti «besanesi». Tra i più famosi ci sono le quattro lapidi rinvenute tra il 1870 e 1871 a Valle Guidino. Una di queste, datata I secolo dopo Cristo e oggi conservata nei depositi archeologici del Castello Sforzesco di Milano, dedicata dal guardaboschi Pilade al suo padrone, Lucio Virginio Rufo (14 -97 d.C.), il senatore romano che aveva possedimenti a Valle Guidino come puntualmente segnalato da Anna Maria e Pietro Villa nel volume dedicato al condottiero della Roma imperiale. Le altre erano per la dea Vittoria da Liberto dei Massuini, per Ercole e l'ultima per «Verecundus» che ricorda il Verecondo citato da Agostino nel nono libro delle Confessioni.
Si aggiunge poi il coperchio del sarcofago romano, scoperto alla fine degli anni Novanta durante i lavori di restauro di villa Filippini.
Nel gennaio dello scorso anno, l’ultimo appuntamento con la storia in ordine di tempo, I volontari della Protezione civile avevano liberato dai rovi i resti dell’antica chiesa dei Santi Vitale e Agricola, a Calò, nell’area verde verso Fonigo. L’edificio sacro era già presente in un elenco datato 1266, poi abbandonato nel 1569 a favore dell’attuale parrocchiale che ne ereditò l’intitolazione.

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