Ipotesi terza dose di vaccino anti-Covid
Concluso il "primo giro" di somministrazioni non sarà ancora finita. Come ci si muoverà per terze dosi e futuri richiami, ormai sempre più certi?
Una terza dose di vaccino, come possibile richiamo per poter coprire meglio le varianti del Covid. L’apertura a un’eventualità di questo tipo è arrivata domenica scorsa (30 maggio) dal Ministro della Salute Roberto Speranza, ospite della trasmissione Che tempo che fa. Non che fosse un mistero o una sorpresa: sia a livello nazionale sia europeo non sono mancati accenni e segnali che non basterà il "primo giro" di vaccinazioni per mettersi il coronavirus alle spalle. E non a caso l'Europa ha finalizzato con Pfizer un contratto per l'acquisto di ulteriori 900 milioni di dosi più un'opzione per altrettante da consegnare entro il 2023, abbastanza per coprire tutta la popolazione europea.
Ipotesi terza dose di vaccino anti-Covid
Ma volendo guardare oltre i semplici annunci è lecito domandarsi in che modo e con quali tempi questi richiami verranno somministrati. Ci saranno ancora i grandi hub che abbiamo imparato a conoscere o si studieranno soluzioni alternative? Anche perché è difficile pensare di poter tener "bloccati" a lungo spazi espositivi che vivono di fiere ed eventi, ora che tornano possibili.
La soluzione, accennata da più parti, è di strutture di piccole-medie dimensioni affiancate da punti di somministrazioni diffusi nelle aziende, dai medici di base e nelle farmacie che possano soddisfare tutta la domanda una volta conclusa la corsa per l'immunità di gregge.
Probabile pertanto che a fine giugno il Pirellone presenti al commissario straordinario la propria campagna di richiami invernali, che coinvolgerebbero in prima battutachi ha ricevuto per primo il vaccino: personale sanitario e anziani con più di 80 anni.