VImercate

Patto tra famiglie e istituzioni per un uso consapevole dello smartphone tra i giovani

Siglato in Comune tra il sindaco, i rappresentanti di Sloworking, Bicocca e pediatri.

Patto tra famiglie e istituzioni per un uso consapevole dello smartphone tra i giovani
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Un Patto di comunità per mettere in atto una serie di azioni che mirino ad uso consapevole degli smartphone e dei tablet in preadolescenza, a cominciare dall’individuazione dell’età giusta.

Questo è quanto hanno sottoscritto ieri, giovedì 10 giugno, scorso nel Municipio di Vimercate il sindaco Francesco SartiniVanessa Trapani, presidente di Sloworking; il professor Marco Gui, direttore del Centro di Ricerca Benessere digitale della Bicocca di Milano;  Federica Zanetto, pediatra, in rappresentanza dei medici che hanno collaborato al progetto. In particolare, i pediatri che aderiranno si impegnano ad affiggere i materiali del progetto nei loro studi, oltre che a diffondere consapevolezza sull’educazione digitale presso i genitori fin dalla più tenera età.

Il progetto

A partire dallo scorso febbraio, su iniziativa di Marco Gui, professore di Sociologia, e dell’Associazione Sloworking, è stato avviato un confronto tra un gruppo di genitori di Vimercate sul tema dell’educazione digitale dei figli, per provare a rispondere innanzitutto alla prima domanda che le famiglie fanno in questo campo: qual è il momento giusto per concedere uno smartphone a mio figlio?

Il ruolo dei genitori

I genitori hanno concordato sul fatto che l'educazione digitale debba essere offerta in modo coordinato da parte di una comunità (genitori, scuole, pediatri, istituzioni, oratori, scout, società sportive, ecc.), in cui ci si supporti a vicenda. Inoltre hanno convenuto sul fatto che aumentare le competenze digitali è fondamentale ma non basta, perché i bambini e le bambine in età troppo precoce non sono in grado di gestire autonomamente la Rete: servono quindi anche dei limiti chiari e condivisi. Non si tratta, però, solo di posticipare o vietare, ma di favorire nel frattempo un utilizzo attivo, creativo ed equilibrato delle tecnologie di casa. Agli adulti spetta il compito di formarsi, conoscere le responsabilità legali, le età consigliate per app e giochi, i rischi, i diritti e i doveri in rete.
È nato così il Patto di Comunità per l'educazione digitale, aperto a tutto il territorio vimercatese, che ora è stato sottoscritto.

Gli obiettivi del Patto di comunità

Tre obiettivi su cui il Patto chiede alle famiglie che lo desiderano di impegnarsi sono i seguenti. Innanzitutto attendete fino almeno alla seconda media per la consegna di uno smartphone personale connesso in rete. In secondo luogo, partecipare con i figli a momenti di educazione digitale. Infine, regolare l’utilizzo dello smartphone sottoscrivendo un accordo con i figli che insieme a loro si impegneranno a rispettare una serie di regole.

La presidente di Sloworking

“Si è partiti da una fase di ascolto delle famiglie intervenute agli incontri (oltre 150) - ha spiegato Vanessa Trapani, presidente di Sloworking -  per allargare il confronto ai pediatri e ai docenti delle scuole, con il fine di comprendere quali e quanti fattori entrino in ballo quando decidiamo di dare ai nostri figli una prima “autonomia digitale” e come spesso questo passo sia vissuto non come una scelta ponderata, ma come una resa alle pressioni sociali, commerciali e – soprattutto durante il difficile periodo segnato dalla pandemia – alla necessità di garantire ai figli un canale di socializzazione. L'elemento fondamentale di questo patto è, a mio parere, il fatto di aprire un dibattito su questo tema, di consentire un confronto costruttivo sui reali bisogni dei nostri figli, su cosa significhi essere digitalmente competenti".

Le famiglie sono supportate in questo impegno dal Comune di Vimercate che, firmando il Patto, si impegna a contribuire alla sua diffusione attraverso la concessione di spazi pubblici per momenti informativi e formativi e la sua pubblicizzazione tramite i propri canali e presso le scuole".

Il sindaco di Vimercate

“Mi piace pensare alla dimensione “digitale” come ad una “scoperta” più che ad una “invenzione”, che ci apre le porte di un nuovo mondo da scoprire e inventare allo stesso tempo, e per il quale occorre scrivere regole nuove che ci permettano di viverlo - ha aggiunto il sindaco di Vimercate Francesco Sartini -  Il primo elemento che oggi poniamo al centro di questa iniziativa è un caposaldo della nostra convivenza civile: la comunità come soggetto determinante non solo nel processo educativo, inclusivo e di sviluppo, ma anche di tutela e di protezione. Oggi siamo consapevoli che il nuovo mondo digitale offre potenzialità inimmaginabili e nasconde insidie estremamente pericolose e subdole. Occorre quindi affrontarlo non da soli, specialmente nella fase della preadolescenza, e non possiamo neppure lasciare le famiglie sole e senza riferimenti ad affrontare un passaggio che i nostri ragazzi ci chiedono di fare sempre più in anticipo. Un patto di comunità che fornisca ai genitori, ma anche alle associazioni che lavorano con i ragazzi, agli insegnanti, ai pediatri, agli oratori un luogo di confronto e di costruzione di regole comuni che aiutino ciascuno dei nostri ragazzi a non sentirsi escluso o discriminato, ma diano strumenti per guadagnare l’autonomia di vivere questo nuovo mondo in modo consapevole e graduale. Ringrazio Vanessa Trapani di SloWorking, il professor Marco Gui dell’università Bicocca e la dottoressa Federica Zanetto per la loro preziosa collaborazione al progetto e sono orgoglioso che anche a Vimercate vi sia una comunità che crea e sottoscrive un patto per il benessere digitale dei nostri ragazzi”.

L'assessore alle Politiche sociali

"È un progetto sicuramente "necessario" - ha concluso l'assessore di Vimercate alle Politiche sociali Simona Ghedini - Essere abili nell'uso delle nuove tecnologie non significa conoscerle in modo approfondito ed essere consapevoli dei rischi ad esse connesse. Il web è prima di tutto una risorsa ma come tutti i nuovi linguaggi richiede un certo impegno per arrivare a padroneggiarlo e trarne i più numerosi
benefici. I ragazzi spesso hanno una conoscenza estesa ma superficiale soprattutto legata alle "ricompense" oppure all'immagine. Occorre impegnare anche i genitori ad una sorveglianza attiva, presente, consapevole, più orientata alla crescita digitale che alla repressione, all'errore utile piuttosto che alla punizione fine a se stessa".

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