L'impresa

"Everesting": 17 ore in sella per salire a un passo dal cielo

Sullo Spluga l’impresa di Nicola Viganò: oltre ottomila metri di dislivello nel ricordo del papà Amato.

"Everesting": 17 ore in sella per salire a un passo dal cielo
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Si chiama Everesting ed è davvero una impresa impegnativa: entro 24 ore percorrere diverse volte un’unica salita fino a completare un dislivello di 8.848 metri, proprio l’altitudine del monte Everest.

"Everesting": 17 ore in sella per salire a un passo dal cielo

La prova - ideata dall’australiano George Mallory, nipote dell’omonimo alpinista britannico tra i primi a scalare l’Everest - è stata superata lo scorso 24 giugno dal 40enne Nicola Viganò, cicloamatore e titolare della ciclofficina in via Schiapparelli a Seregno.

L’appassionato seregnese ha percorso il passo dello Spluga da Chiavenna. Ben diciassette ore sempre in sella, per circa 280 chilometri: dalle 3 del mattino fino alle 11 di sera, percorrendo la stessa salita e discesa cinque volte, ciascuna in due - tre ore, senza lasciarsi fermare dal freddo della mattina e della sera, dal caldo del giorno e neppure dalla pioggia e dalla grandine.

Il regalo per il compleanno del padre, mancato sette anni fa

La data scelta per compiere questa impresa sportiva non è stata casuale: "Ho voluto fare un regalo a mio padre Amato che, proprio quel giorno avrebbe compiuto 80 anni, ma purtroppo è mancato sette anni fa. E’ stato lui a trasmettermi la passione per il ciclismo, che poi è diventata un lavoro. E quella era la nostra salita...".
La preparazione è stata la parte più difficile: "Mi alleno da ottobre ed è stato quasi più impegnativo dell’Everesting in sé. Ho fatto sessioni di otto ore ciascuna, durante il lockdown un giorno sì e uno no, in seguito una volta a settimana".
La fatica ha iniziato a farsi sentire dopo la terza salita: "Non ce l’avrei mai fatta senza tutte le persone che sono venute a sostenermi, in particolare lo zoccolo duro della Asd Cicli Brianza".

Una impresa e tante sorprese

Una giornata piena di sorprese: "Alcuni cari amici mi hanno raggiunto alle tre di mattina per fare la prima ascesa insieme a me, poi sono andati al lavoro. C’è stato chi ha viaggiato di notte per venire a fare il tifo, altri sono arrivati da Berna soltanto per essere presenti. Ringrazio in particolare il mio allenatore, Alberto Elli, ex professionista, per avermi motivato in tutto questo tempo".

Al suo fianco nell’ultima risalita c’era la compagna Stefania , che si è prestata a questa impresa tre mesi dopo aver partorito il piccolo Fabian Amato: "Era più contenta di me ed era lei a motivarmi".

Le avventure in sella, però, non sono certo finite: "Lo rifarò sicuramente. Ora vorrei percorrere lo Stelvio trasportando Fabian su un apposito carrettino, poi chissà", sorride Nicola Viganò animato da una grande passione: "Sono sempre andato in bici, anche se non ho mai gareggiato".
Il suo consiglio per chi volesse cimentarsi con l’Everesting è farlo "nell’unico modo possibile: con la testa e con il cuore".

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