Residenza Amica: dopo solo un anno di lavoro, 5 membri su 7 del Consiglio lasciano l’incarico
E’ saltato tutto il Cda della casa di riposo: «Obiettivi raggiunti» e dimissioni in massa.

C’è aria di crisi in Residenza Amica a Giussano: si è dimesso il presidente del cCda Giancarlo Pierro e subito dopo i consiglieri esponenti della maggioranza: Marika Colzani, Leonardo Pellegrino (vicepresidente), Laura Brenna e Luigi Stagno, consigliere comunale di minoranza del M5S. Sono invece rimasti al loro posto Giovanni Guidi ed Enrico Santambrogio, che rappresentano il Partito democratico e la civica «Servire Giussano». Decade dunque l’organo deputato a dettare gli indirizzi e fungere da controllo alla gestione della Rsa, per mancanza del numero legale.
Residenza Amica, salta il Cda
"Il 29 giugno ho ricevutole le dimissioni del presidente Pierro e di quattro consiglieri: Pellegrino, Colzani, Brenna e Stagno. Con cinque dimissionari su 7, è dunque decaduto il Cda - ha commentato il sindaco Marco Citterio - Le motivazioni sono di natura personali, per quanto riguarda il presidente, ma si aggiungono anche motivazioni, condivise anche dagli altri 4 consiglieri, che riguardano gli obiettivi del mandato. Tra le finalità c’era un’immediata modifica dello Statuto, un nuovo assetto della governance che ha visto l’assunzione di un direttore generale e di un direttore sanitario e la messa in sicurezza della struttura. Raggiunti questi risultati, i cinque membri hanno ritenuto opportuno dimettersi".
Il nuovo statuto
Il 19 aprile c’è stata infatti la firma per l’approvazione del nuovo statuto della Fondazione che ha visto la ratifica di diversi punti, tra i quali la modifica del numero dei consiglieri, riducendo la presenza dei membri nel Cda fino a 3 elementi.
Un cambiamento sostanziale del documento che secondo i consiglieri all’opposizione (Pd e Servire Giussano) non aveva minimamente coinvolto i membri in carica e aveva destato parecchie preoccupazioni sul futuro della struttura.
"Ho ricevuto in questi giorni diverse telefonate di persone preoccupate per la gestione della casa di riposo - sottolinea il sindaco - ma ad occuparsi dell’ordinarietà della struttura ci sono il direttore generale e il direttore sanitario, assunti con compiti ben precisi".
Il nuovo Cda in qualche settimana
Per avere un nuovo Cda bisognerà invece aspettare qualche settimana.
"Come sindaco dovrò nominare il nuovo Cda che ricordo ha il compito di controllo e indirizzo, ma ci vorrà un po’ di tempo".
Nell’attuale statuto infatti è il primo cittadino ad indicare i membri del consiglio di amministrazione, nel precedente i nomi erano indicati dai vari capigruppo in consiglio comunale. E anche sul numero dei componenti deciderà il sindaco, potrebbero essere 7, ma anche solo 3, secondo le nuove indicazioni sottoscritte pochi mesi fa.
Era la fine di giugno 2020, quando era stato formalizzato il passaggio di testimone tra Alberto Elli e Giancarlo Pierro , 64 anni, in quota la Lega, scelto dal sindaco Citterio alla guida della Fondazione che gestisce la casa di riposo di via D’Azeglio. Il robbianese, ex dirigente regionale con una lunga esperienza alle spalle nell’ambito delle fondazioni ma anche nella gestione sanitaria, esperto di forme giuridiche, era stato anche direttore del personale all’Istituto Tumori di Milano. Una figura di alto profilo, al suo fianco inizialmente c’era come vicepresidente Giuseppe Guidi, declassato a consigliere e sostituito poi da Pellegrino a febbraio di quest’anno. Decisione questa che era stata molto criticata dal diretto interessato e dal Pd e Servire Giussano.
Le minoranze preoccupate: il timore è che si privatizzi
E ora cosa succederà? E’ la domanda che i gruppi all’opposizione Pd e Servire Giussano, si pongono all’indomani della notizia delle dimissioni in massa dal cda di Residenza Amica.
I capigruppo Matteo Botta e Stefano Viganò sono unanimi nelle valutazioni e nelle preoccupazioni per il futuro della struttura.
"Le dimissioni di Pierro, ad appena un anno di mandato conferito dal sindaco Citterio e a seguire anche quelle di 4 membri di maggioranza su 6, hanno fatto decadere il Consiglio intero - scrivono - Siamo consapevoli che la pandemia ha complicato enormemente la gestione delle strutture sanitarie e dunque anche quella della di Residenza Amica, con le conseguenti ripercussioni dal punto di vista economico e finanziario, sancite dalle grosse perdite recentemente comunicate dal CdA. Chi ha ricevuto mandato di presiedere la Fondazione di Residenza Amica in tutti questi anni di storia ha sempre fatto si che si lavorasse per mantenere alto il livello del servizio offerto, contenendo il più possibile i costi di gestione e mantenendo le rette tra le più economiche del nostro territorio".
Il cambio di rotta
Qualcosa però sembra essere cambiato.
"L'ultimo presidente, dimissionario insieme a tutti i componenti del CdA afferenti la compagine politica del sindaco, ha sancito un cambio di rotta - precisano - Dissapori e dissensi oltre a decisioni non condivise con il consiglio in questo anno sono culminati con la modifica dello statuto senza la possibilità di discussione; tra le modifiche c’è la riduzione del numero dei componenti del Consiglio, di fatto si vincolano le scelte dei membri alla politica di chi sta governando Giussano in questo momento e non alle esigenze della Rsa: questo il suo ultimo lascito".
Preoccupazione per il futuro
C’è quindi ora tanta attesa sull’evoluzione della vicenda, ma anche preoccupazione. "Un presidente dimissionario, decantato come esperto in materia, in un anno fa una modifica statutaria e saluta tutti e se ne va senza nemmeno aver approntato un bilancio di previsione per gli anni futuri ma innestando nell’organigramma della struttura figure gestionali che produrranno negli anni ulteriori costi di gestione. Quale ruolo avrà il nuovo presidente in arrivo? - si domandano i consiglieri - Il nostro timore è che con la scusa dei conti in rosso si decida di rinunciare ad una parte di storia della nostra città, liquidando la Fondazione Residenza Amica, cosa che potrebbe lasciare il posto all’arrivo di un investitore privato per la gestione della struttura con scopi ben lontani da quelli di una Fondazione, sicuramente improntati al solo scopo di fare business". Timori che preoccupano anche già alcune famiglie della città.