Una grande prova

Campioni di inclusione a Muggiò: la bella impresa di due fratelli nel nuoto

La bella prova di Leonardo Santinelli nuotatore non vedente di 11 anni e della sorella Melissa in gara a Cesenatico legati con una corda

Campioni di inclusione a Muggiò: la bella impresa di due fratelli nel nuoto
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Hanno affrontato per la prima volta una gara di nuoto in mare legati da una corda: uniti dalle stesse bracciate, gli stessi movimenti ma anche dalle stesse paure.

Campioni di inclusione a Muggiò

In acqua sono diventati una cosa sola, superando ogni ostacolo e la disabilità. Così, domenica 25 luglio, Leonardo Santinelli, 11enne muggiorese, atleta non vedente, dell’associazione sportiva Silvia Tremolada di Monza ha coronato il suo sogno di partecipare a una competizione nelle acque dell’Adriatico a Cesenatico, organizzata dalla sua squadra. Questo è stato possibile grazie alla generosità e all’aiuto di Melissa, la sorella 13enne, nuotatrice agonistica del Team Lombardia, che è stata la sua guida e la sua vista. Da solo, Leonardo non avrebbe potuto gareggiare in acque aperte. I regolamenti sono espliciti: l’atleta non vedente deve essere affiancato da una guida.

Anche per Melissa era la prima esperienza in mare. Ha dovuto mettere da parte ogni paura: le meduse, i pesci, i fondali e con una corda che teneva legata la sua gamba a quella del fratello è stata la sua luce che lo ha accompagnato nella gara degli 800 metri raggiunti in 16 minuti con una bella prestazione. Una soddisfazione anche per il team Silvia Tremolada e per mamma Anna e papà Mauro che li hanno seguiti dalla riva.

«Sono stati veramente bravi. Sono orgogliosa dei miei ragazzi» ha detto la mamma. A rendere ancor più magica l’estate italiana dello sport ci sono anche questi risultati e traguardi speciali ottenuti con tanto lavoro, empatia e che rappresentano un grande messaggio di inclusione. Leonardo è un grande sportivo e la sua disabilità non gli ha impedito di emergere nel nuoto, di praticare judo e anche sci nautico. «Al suo debutto nel nuoto si è qualificato primo nei 100 metri rana ai Campionati italiani con il tempo di con il tempo di 2 minuti e 24 secondi» ha raccontato Anna

La prima volta in acque libere di Leo e della sua guida Melissa

A luglio è arrivata la proposta della gara in acque aperte a Cesenatico organizzata dall’associazione Silvia Tremolada per cui Leonardo, secondo i regolamenti, poteva partecipare solo con una guida. La scelta degli allenatori e della famiglia è caduta sulla sorella Melissa provetta nuotatrice, che ha accettato senza esitazione.

«Quando lo abbiamo proposto a Melissa non si è tirata indietro, ha detto subito di si – ha chiosato la mamma – Melissa è un adolescente di 13 anni e questa risposta è stato un gesto molto importante, di maturità». Restava il fatto, però, che per i due fratelli era il primo approccio con il nuoto in mare, completamente diverso da quello nelle corsie delle piscine.

Superare la paura del mare

Il primo lavoro di Melissa è stato quello di vincere le sue paure: il pensiero delle meduse e dei fondali scuri. «Ha lavorato molto su sè stessa e si è allenata tanto sia nella sua squadra Team Lombardia e poi con ulteriori allenamenti da Silvia Tremolada nuotando con il fratello» ha spiegato Anna.

Un’opportunità importante per Leonardo e Melissa che è servita a tirare fuori le capacità e vivere insieme una importante sfida. «Leonardo ha delle grandi potenzialità è arrivato da noi, da Silvia Tremolada, due anni fa frequentando i corsi di nuoto e alla prima gara dei 100 rana è arrivato primo – ha raccontato Alessio Gambon, l’allenatore –  Lo sport è un mezzo importante che permette di sentirsi coscienti delle proprie capacità».

Il secondo problema: come legarsi

Il secondo scoglio da superare è stato quello di trovare l’accorgimento adatto per tenere legato in acqua Leonardo alla sua guida Melissa. «Tutta la famiglia è stata coinvolta. Abbiamo cercato nei negozi di articoli sportivi le soluzioni per legarli, ma probabilmente è ancora una cosa poco diffusa – ha raccontato Anna – Dopo molte prove hanno deciso di legarsi con una corda che li univa gamba a gamba. E’ stata la prima volta che nuotavano in mare e che nuotavano legati».

Leonardo ha nuotato bracciata dopo bracciata pensando agli 800 metri. Melissa ha nuotato concentrandosi al massimo per essere coordinata e seguire Leonardo. «Nella gara mi sono impegnato molto e ho fatto un buon tempo, nonostante gli intoppi: le meduse e la corda che si sfilava dalla gamba» ha commentato Leonardo a cui ha fatto eco Melissa. «Mi è piaciuto molto fare questa gara e a parte le meduse abbiamo fatto un buon tempo». L’esperienza condivisa ha fatto emergere il loro grande affiatamento.

Lo sport veicolo di inclusione

Il nuoto e gli allenamenti sono stati un aiuto importante per Leonardo durante la pandemia. «Leo ha avuto un crollo durante la pandemia che mi ha fatto preoccupare molto e avevo chiesto ai suoi allenatori di stimolarlo di più e di aumentare gli allenamenti – ha detto la mamma – Lo sport è una cosa importante, una boccata d’ossigeno per questi ragazzi e per i loro famigliari e io invito i genitori dei ragazzi disabili a continuare con lo sport». Una delle paure per un genitore di un ragazzo disabile è che sia lasciato nella solitudine. «La mia paura più grande, come mamma, non è che Leonardo si faccia male praticando degli sport, quelle sono ferite che si rimarginano. La paura più grande è la solitudine di questi ragazzi. Più mio figlio si interfaccia con il mondo e più mi sento serena – ha commentato – Lo sport è un aiuto importante».

 

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