Sulla Graziella fino a Roma, l'impresa del commercialista monzese Passoni
A due anni di distanza da una grave caduta, il commercialista ha partecipato insieme ad altri sette amici a una biciclettata in sella alla storica Graziella da piazza del Duomo a Milano fino in piazza San Pietro, in Vaticano
Sulla Graziella fino in Vaticano, l'impresa del commercialista monzese Ivano Passoni, reduce da un grave incidente che nel 2019 lo ha costretto sulle stampelle
Sulla Graziella fino a Roma
Sulla Graziella., la mitica bicicletta Graziella. Fino a Roma e nonostante le stampelle.
E’ stata un’impresa decisamente eroica quella compiuta dal 55enne monzese Ivano Passoni, il commercialista che la sera del 5 luglio 2019 è caduto da una grata ceduta sotto il suo peso mentre stava camminando sui viali esterni dell’ospedale San Raffaele di Milano.
A due anni di distanza dall’accaduto, le cui conseguenze sono ancora oggi piuttosto invalidanti, il commercialista ha infatti partecipato insieme ad altri sette amici dai 12 ai 62 anni a una biciclettata in sella alla storica Graziella che partendo da piazza del Duomo a Milano si è conclusa in piazza San Pietro, in Vaticano.
Due anni il grave incidente
"Dal punto di vista legale rispetto a quanto accaduto in quel del San Raffaele la situazione è ancora in là dall’aver trovato una soluzione - ha spiegato Passoni - E anche per quel che concerne le mie attuali condizioni fisiche la strada è ancora lunga. L’ultimo intervento subito al tallone è stato infatti a marzo, con conseguente immobilizzazione per 60 giorni, e ancora sono costretto a camminare con le stampelle e a sottopormi a cicli di fisioterapia per cinque giorni alla settimana. Ma visto che sono stati gli stessi medici a consigliarmi la pedalata quale supporto alla riabilitazione ho pensato che il tour fino a Roma, oltre che essere una bella sfida verso me stesso, poteva essere anche un ottimo modo per aiutare la mia guarigione. Divertendomi anche un po’".
La sfida sulla Graziella per ricominciare
Una condizione quella di Passoni che anche dal punto di vista psicologico si è rivelata devastante. Ma che pure non è riuscita a spegnere in lui la voglia e la forza per provare a risalire la china.
«Certo il mio percorso non è stato uguale a quello di tutti gli altri - ha raccontato ancora Passoni - Poiché, pur partecipando a tutte e 13 le tappe previste, di ognuna ho potuto portare a termine solo alcuni tratti. Mentre il resto del percorso l’ho proseguito a bordo del furgone con i pezzi di ricambio per le bici, il vestiario e l’acqua. E naturalmente accompagnato dalle stampelle».
Un on the road entusiasmante
Un on the road di ben 800 chilometri e con 5mila 500 metri di dislivello per risalire gli Appennini, fra strade non statali e in mezzo alle suggestioni dei paesaggi più disparati - e con anche qualche ruota bucata e da sostituire - così come spiegato anche dal lissonese Franco Colombo, altro partecipante alla biciclettata: «Certo non è stata una passeggiata, specie per chi come noi non è proprio più un giovanotto e non è allenato. E poi pedalare con la Graziella è ancora più difficoltoso. Ma del resto l’abbiamo scelta perché rappresenta l’icona di un’epoca, della nostra adolescenza spensierata».
A guidare il gruppo Gianluca Ciccarese, titolare del «Rock on The Road» di Desio, punto di ritrovo dell’allegra combriccola che ora ha già in mente altre iniziative. «Per quel che mi riguarda il mio problema il futuro non è ancora tracciato - ha dunque concluso il commercialista monzese - Ma affrontare e vincere questa sfida mi ha motivato ancora di più a impegnarmi per guarire e a non mollare».