Verano, travolta e uccisa da un ubriaco: il conducente patteggia
L'incidente il 3 giugno 2020. Tre anni, 8 mesi e 20 giorni di reclusione per omicidio stradale e sospensione della patente per tre anni per il giovane automobilista di Carate Brianza
Ha patteggiato il conducente dell'auto che a Verano Brianza travolse e uccise Sofia Berto.
L'incidente mortale in via Comasina a Verano
Tre anni, 8 mesi e 20 giorni di reclusione per omicidio stradale e sospensione della patente per tre anni. Questa la pena patteggiata da M.M., 32enne residente a Carate Brianza, autore dell’incidente stradale che costò la vita a Sofia Berto, 25enne di Verano Brianza, travolta e uccisa sulle strisce pedonali nel 2020. L’ennesima morte evitabile sulle nostre strade. Nell’udienza celebratasi oggi, venerdì, presso il Tribunale di Monza, il giudice Angela Colella ha accolto la richiesta di patteggiamento proposta dall’imputato.
I familiari della vittima sono stati seguiti da Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato in casi di omicidio stradale con sede anche a Monza.
Era da poco passata la mezzanotte del 3 giugno quando Sofia, dopo aver trascorso la serata tra amici, attraversava via Comasina nei pressi dell’incrocio con via Pola. Proprio in quel momento sopraggiungeva la Golf guidata da M.M. che procedeva in direzione Verano Brianza e, non vedendola, la colpiva in pieno caricandola sul cofano e scaraventandola a parecchi metri di distanza. Alcuni testimoni udendo il forte botto accorrevano chiamando prontamente i soccorsi, che nulla potevano fare però, se non constatare il decesso sul colpo a causa delle gravissime lesioni riportate.
Subito dopo il fatto, il pubblico ministero Michela Versini avviava un’indagine per chiarire la dinamica e le responsabilità dell’incidente. Grazie ai rilievi dei Carabinieri di Giussano, intervenuti tempestivamente sul luogo del sinistro, alle testimonianze di chi ha assistito agli ultimi istanti di vita della giovane e alla perizia dell’ingegner Pierangelo Adinolfi, consulente tecnico nominato dal Pm, è stato possibile ricostruire quanto accadde quella notte.
Il giovane al volante guidava in stato di ebbrezza
Dalla perizia emerge che M.M. stava guidando ad una velocità compresa tra i 70 e gli 80km/h, mentre in quel tratto di strada il limite è di 50km/h. L’incrocio era correttamente illuminato, il semaforo era lampeggiante e Sofia aveva già incominciato ad attraversare la strada. Tutte situazioni per le quali il codice della strada impone agli automobilisti di procedere a velocità moderata e con particolare prudenza, rispettando le norme di precedenza. Secondo il perito “una condotta di guida prudente e rispettosa delle norme del Codice della Strada avrebbe consentito al conducente dell’autovettura di evitare l’investimento”. Dagli esami del sangue effettuati su M.M. è inoltre risultato un tasso alcolemico di 1,79g/l, quindi gravemente oltre il limite di 0,5g/l concesso dalla normativa.
“Una vita troncata a 25 anni a causa di un guidatore ubriaco – commenta Fernando Rosa, responsabile della sede Giesse di Monza – ci troviamo ancora una volta davanti al binomio alcool e velocità come protagonisti indesiderati delle aule dei nostri tribunali. Nessuna famiglia meriterebbe di provare tale dolore a causa di chi mette in pericolo sé stesso e gli altri mettendosi al volante in condizioni pessime e sottovalutando le possibili conseguenze drammatiche delle proprie azioni”