Dopo 40 anni di carriera la mitica "doc" appende il camice al chiodo
La dottoressa Egidia Sala va in pensione: dal suo ambulatorio sono passate diverse generazioni di lesmesi.
Dopo oltre quarant’anni di onorata carriera, la dottoressa Egidia Sala ha deciso di appendere il camice al chiodo. Eppure definirla solamente un medico di base potrebbe essere alquanto riduttivo. Già, perché la professionista, classe 1953, non solo è una delle colonne portanti dell’Avis (sodalizio di cui è presidente), ma è anche volontaria dell’associazione «Amici del Masciocco» nonché un vero e proprio punto di riferimento per moltissime famiglie.
Le stesse che l’accolsero nei primi anni ‘80, quando le venne affidato lo studio medico comunale di Lesmo, subito dopo il pensionamento dello storico e indimenticato dottor Milani.
Dopo 40 anni di carriera Egidia Sala appende il camice al chiodo
"Qui, a casa mia, è cominciata a tutti gli effetti la mia carriera professionale - racconta la dottoressa - Arrivavo da alcuni anni di tirocinio all’ospedale di Monza, poi alla guardia medica di Besana, dove giravo da sola di notte casa per casa per le urgenze: erano davvero altri tempi rispetto a oggi. Ero specializzata in pediatria, quindi per i primi tempi ho avuto in cura anche molti bambini. Testimone che ho successivamente passato alla dottoressa Gabriella Doro al suo arrivo in studio. Così mi sono occupata principalmente della medicina di base per adulti e famiglie, ritrovando curiosamente anche persone che avevo curato da piccoline: che dire, il segno del tempo che stava passando".
La nascita della sezione Avis
L’arrivo in paese della dottoressa coincise anche con la nascita della locale sezione Avis, all’interno della quale la stessa Sala ha ricoperto diversi incarichi.
"Ricordo ancora quando i fondatori vennero a chiedermi la disponibilità a ricoprire l’incarico di dottoressa per l’associazione - le parole della diretta interessata - Dissi di sì, assolutamente, ma per essere certi che avessi capito bene mi dissero: “Dottoressa, guardi che di soldi non ce ne sono mica”. Ci ridemmo su, ma era veramente l’ultimo dei miei pensieri, anzi, dei compensi non me ne è mai interessato nulla. Per me è sempre stato importante dare un contributo al territorio e garantire il sostegno necessario a un progetto di grandissima utilità sociale che stava per sbocciare grazie all’impegno di tante persone volenterose".
Tanto volontariato nella sua carriera
Una causa che il medico ha sposato appieno, visto che nel corso di 36 anni di storia è stata anche direttrice sanitaria e ora, dal 2016, anche presidente. L’impegno verso la comunità si è però concretizzato anche attraverso il volontariato. In particolar modo negli «Amici del Masciocco», l’associazione che fa capo all’omonima storica cascina di Camparada, per cui la 68enne è sempre stata la mitica «doc» della sagra così come in tutte le altre iniziative a cui ha preso parte in maniera attiva.
E proprio in questo settore continuerà a operare la dottoressa Sala, pronta ora ad aprire un nuovo capitolo della propria storia.
"«Al momento sono ancora impegnata con il trasloco dallo studio: mettere in uno scatolone quarant’anni di vita non è mai semplice - conclude la professionista - Non ho ancora pensato a cosa farò “da grande”, ma sicuramente dalle prossime settimane darò più spazio all’Avis, al volontariato e alla famiglia. E’ stata sicuramente una bellissima avventura che, strada facendo, mi ha dato modo di incontrare e conoscere tante persone, tanti volti e tante storie da cui imparare sempre qualcosa. Devo però dire che nel tempo ho proprio avvertito come sia cambiato questo lavoro: purtroppo il carico burocratico aumenta sempre più e sta seriamente rischiando di soffocare la professione dal punto di vista umano. L’ultimo anno poi, così drammaticamente contrassegnato dalla pandemia, è stato veramente complicato e provante sotto molti aspetti. Servono forze fresche, nuove energie fisiche e mentali: per questo è arrivato il momento della pensione e lasciare spazio ai più giovani. Colgo infine l’occasione per un ringraziamento che vorrei rivolgere a tutti i pazienti che in questi quarant’anni hanno varcato almeno una volta la porta del mio ambulatorio, così come tutti i colleghi, i collaboratori e lo staff che per tutto questo tempo mi hanno sopportato (ride) e soprattutto supportato in ogni momento".