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L'odissea di un malato: 200 giorni per una visita

La burocrazia blocca i dispositivi e la fisioterapia a un 58enne. Il figlio presenta un esposto

L'odissea di un malato: 200 giorni per una visita
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Oltre duecento giorni di attesa per una visita necessaria per la prescrizione di un dispositivo fondamentale per l’autonomia e per il rinnovo della fisioterapia di un malato invalido, cardiopatico e oncologico. Il figlio, indignato, ha deciso di fare un esposto.

Odissea per un cardiopatico

La burocrazia ha messo davvero i bastoni tra le ruote a Sergio Bennati, monzese di 58 anni, reduce da un infarto, che si è trovato davanti a un paradosso. Il figlio 29enne Daniele però davanti a quella che non ha esitato a bollare come un’ingiustizia ha deciso di presentare un esposto, scrivendo una lettera in cui denuncia la situazione alla Procura, all’Asst, all’Ats, alle Forze dell’ordine e al Comune, in copia anche a giornalisti e autorità di Regione Lombardia e della Provincia.
Una presa di posizione forte, nel tentativo di smuovere quel «groviglio di burocrazia» e ottenere quello che per il suo papà è un diritto.

Il racconto del figlio

«Mio padre ha terminato il primo ciclo di fisioterapia a domicilio, ma per poter continuare con la fisioterapia di cui ha bisogno per tornare a essere autonomo nella sua quotidianità deve essere sottoposto a una visita Fisiatrica con un medico prescrittore (Un medico che possa prescrivere queste tipologia di cure al domicilio ndr) - ha spiegato il 29enne - Con l’impegnativa in mano abbiamo contattato il numero verde di Regione Lombardia, con urgenza riportata sulla ricetta, eppure la prima visita disponibile sarebbe tra 200 giorni all’Ospedale di Carate Brianza, oltretutto non proprio vicino per un malato nelle sue condizioni».

La scala sali-scendi

Ma non è finita. Quella visita serve anche per la prescrizione di un ausilio fondamentale per il malato, una sedia sali-scendi scale motorizzata. Il monzese, infatti, abita in un appartamento al secondo piano a San Rocco purtroppo senza ascensore. Una circostanza che di fatto lo costringe in casa. «Pochi giorni fa inoltre a papà è stato diagnosticato anche un tumore maligno ai polmoni per cui dovrà essere sottoposto a visite e terapie oncologiche con frequenza - ha continuato Daniele Bennati - Finora io, con aiuto di amici o con l’intervento di ambulanza privata a pagamento (120-130 euro a visita fra andata e ritorno) lo abbiamo portato in ospedale e riportato a casa in autonomia, ma non possiamo continuare così, non è giusto. Con il dispositivo motorizzato si risolverebbe tutto».
Insomma, l’urgenza per questa famiglia di avere un mezzo per portare il papà alle visite è fondamentale. E non si può nemmeno risolvere prenotando una visita fisiatrica privatamente perché l’ausilio e la fisioterapia possono essere prescritti solo in regime di sistema sanitario nazionale.

 

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