Agliate, nel presepe vivente Gesù Bambino ha sette fratelli
Sarà una numerosa famiglia di Inverigo la protagonista della sacra rappresentazione.

A tenere compagnia al piccolo Gesù nella grotta naturale del parco alle spalle della basilica di Agliate, non ci saranno solo l’asinello e il bue ma anche... sette fratelli.
Agliate, nel presepe vivente Gesù Bambino ha sette fratelli
La sacra famiglia dell’edizione 2021 del Presepe vivente avrà i volti di mamma Elena, di papà Paolo e... della piccola Maria, tre mesi, l’ultima nata in casa Serrao che vestirà i panni del Bambinello.
Una storia nella storia perché Elena Carcano, 43 anni, e il marito Paolo (44) hanno già impersonato Maria e Giuseppe nelle Natività viventi a Inverigo, comune dove risiedono.
E ora, il prossimo 26 dicembre, l’esordio nell’attesissima rappresentazione di Agliate.
"Tutto è nato attraverso la proposta della moglie di un professore di uno dei miei figli – racconta Elena, fisioterapista e ora casalinga e mamma a tempo pieno – Siamo stati molto contenti di accettare e siamo anche un po’ emozionati. Del resto, non diciamo mai “no” ad una cosa bella. E’ questa del presepe vivente è una cosa bella".
Anche perché la vita di Elena e Paolo è decisamente all’insegna della fede e dell’impegno nel sociale.
"Facciamo parte della comunità di Comunione e liberazione, siamo attivi nella vita parrocchiale di Inverigo e in precedenza sia io sia mio marito siamo stati impegnati a supportare le famiglie con figli disabili – racconta ancora Elena – La fede, Gesù, fanno parte della nostra vita e l’esperienza dell’Eucarestia alla domenica è un’esperienza vissuta: non andiamo in chiesa come se dovessimo timbrare un cartellino settimanale".
Una famiglia speciale
Una vita caratterizzata dalla fede e dall’impegno nel sociale, impreziosita dalla presenza in casa di otto figli: Benedetta, 15 anni, Maria Maddalena, 14, Elisabetta, 12. Poi i tre «maschietti» Giacomo (10), Andrea (8), Emmanuele (7) e, infine, Irene, 4 anni prima della nascita dell’ultimogenita, Maria di tre mesi.
Una situazione familiare «strana» o «singolare» solo per chi la vede fuori. Di certo non per i protagonisti.
"Anche se il più fortunato è mio marito, tecnico ortopedico, operativo tra la Brianza e Milano: esce di casa alle 7 del mattino e rientra alle 7 di sera. Considerando che poi, tra le 21 e massimo le 22,30 si va tutti a letto, a lui in fondo va di lusso – scherza Elena – Io invece, lavo, stiro, pulisco casa e cucino".
Mamma Elena sgombra il campo da equivoci: "Mia madre ha cresciuto 11 figli e io volevo essere felice esattamente come lo è stata lei nell’educare me e i miei fratelli. Certo, a volte si fa un po’ fatica, ma fortunatamente, oltre ai parenti possiamo contare su tanti amici e sugli altri genitori a scuola. Ci si dà una mano tutti".
Il resto della quotidianità è data da alcune cose apparentemente singolari (specie oggigiorno) e da altre umanamente e logisticamente comprensibili.
"Abbiamo una casa abbastanza grande e dunque alla sera riusciamo sempre a mangiare tutti insieme, senza necessità di fare dei “turni” per sederci a tavola, ma sia chiaro: si mangia tutti la stessa cosa e si ringrazia per quello che c’è nel piatto. Se qualcosa non va, si salta, non si cambia menù...".
Prima, durante e dopo senza televisione: "Non l’abbiamo e lo stesso per la tecnologia. Leggiamo tutti molto e comunque massimo alle 22,30 in casa non vola più una mosca".