Ricattati con video hard su Facebook e minacciati: «Pagate o lo mandiamo a tutti i vostri contatti»
Ben tre gli arcoresi (ma potrebbero essere molti di più) raggirati da una banda criminale sui Social.
"Questo video e queste foto le manderemo a tutti i tuoi parenti e ai tuoi amici, a tutta la stampa italiana, ai tuoi colleghi e ai tuoi datori di lavoro. Vuoi diventare la barzelletta, la vergogna della tua famiglia e di tutti gli abitanti della tua città? Ti concedo un’ora di tempo, o ti rovinerò la vita".
Questo, con una sommaria traduzione, il contenuto dei messaggi arrivati nella «posta» di Facebook a tre arcoresi, (uno di loro minorenne e due cinquantenni), caduti nei giorni scorsi nella rete di una vera e propria organizzazione criminale.
Ricattati con video hard su Facebook e minacciati
E le vittime, hanno ceduto al ricatto e pagato diverse centinaia di euro ciascuno. Tutto ha avuto inizio con una «innocente» richiesta d’amicizia sul social network ormai entrato nella vita di tutti: la foto del profilo è quella di una ragazza bellissima, e i primi messaggi sono quelli di chi cerca qualcuno con cui chiacchierare. A seguire, una serie di approcci sempre più intimi e «spinti», culminati con un primo invio, da parte della ragazza, di una serie di foto esplicite e relative ad atti sessuali. Poi, i video, veri e propri «film porno» girati con una webcam, e la richiesta di fare altrettanto.
Convinti di aver fatto colpo su di una splendida sconosciuta, i tre arcoresi (ma potrebbero essere molti di più quelli finiti nella rete dei criminali e che al tempo stesso, per vergogna, hanno deciso di non denunciare l’episodio ai carabinieri della stazione di via Edison) hanno accettato la proposta ed hanno inviato, sempre su Facebook, il filmato porno richiesto.
E sono iniziati tutti i loro guai. Il tono della ragazza, infatti, è subito cambiato. Prima di tutto, la carta della minore età, «Ho 16 anni e tu sei un pedofilo», poi la minaccia di rivelare a mezzo mondo la storia del video hard.
Anche in questo caso, i messaggi inviati sarebbero standard: «Ho caricato il video su Youtube, e lo invierò a tutti i membri della tua famiglia. Cosa vuoi che faccia: che lo pubblichi o che lo elimini?». Poi, l’aggiunta del collegamento ad un falso sito (nome e cognome della vittima con l’aggiunta di blogspot.com) che riporta i dati e l’indicazione di «grande pedofilo».
A seguire, l’ultimatum: «Hai un’ora per fare il pagamento di 650 euro, o ti rovinerò la vita. Attendo la ricevuta del trasferimento».
Uno degli arcoresi ha finto di accettare di pagare la cifra e la risposta è stata questa: «Bene. Andrai all’ufficio postale o in tabaccheria e chiederai di fare un trasferimento di denaro a mia sorella. Cognome: C***, nome: Flora, paese: Costa d’avorio, domanda di sicurezza cielo e risposta blu».
Gli altri due, invece, hanno invece intavolato una trattativa, arrivando a chiudere il conto con 350 euro da versare con la stessa modalità. Stando alle cronache sono decine le truffe messe a segno (in tutta Italia) con queste modalità.
Ancora una brutta storia di ricatti sul web.