Caso Milano-Serravalle, arrivata la sentenza definiva. Ponti “Vittima di una ingiustizia”
Il consigliere regionale “Come si può svolgere il ruolo di amministratore in condizioni di questo genere?”
È arrivata la sentenza definitiva in merito alla vicenda “Milano-Serravalle” che vedeva tra gli imputati anche l’attuale consigliere regionale Gigi Ponti.
La genesi della vicenda Milano - Serravalle
La vicenda risale al 2005 quando Gigi Ponti era assessore della Provincia di Milano. Nel processo era stato contestato l'acquisto delle azioni dell'autostrada ad un prezzo ritenuto troppo elevato.
Dopo l’assoluzione in primo grado la Corte dei Conti aveva ribaltato in appello la sentenza di primo grado condannando l'intera Giunta provinciale di Milano dell'allora presidente Filippo Penati a risarcire un danno di 44,5 milioni di euro. Tra gli otto assessori Gigi Ponti, ex sindaco di Cesano ed ex presidente della Provincia di Monza, oggi consigliere regionale per il Partito democratico.
Ora la sentenza definitiva della Cassazione conferma quanto stabilito dai giudici in Appello e dichiara “inammissibili i ricorsi” presentati da Pietro Luigi Ponti, Giansandro Barzaghi, Irma Dioli, Alberto Mattioli, Pietro Mezzi, Daniela Matilde Maria Gasparini, Alberto Grancini, Rosaria Rotondi, Giancarlo Saporito e Giordano Vimercati.
Ponti commenta la sentenza: “Come si può svolgere il ruolo di amministratore in condizioni di questo genere?
“E’ di ieri la sentenza definitiva sull’annosa e nota questione “Milano-Serravalle”. Dopo una prima sentenza favorevole della Corte dei Conti e una sentenza di appello che negava quanto stabilito dalla sentenza di primo grado, l’opinione diffusa era che la Cassazione, chiamata in causa per valutare la competenza della Corte dei Conti in merito l’acquisto delle azioni Serravalle da parte della Società Spa Asam, confermasse quanto stabilito dalla sentenza di primo grado. Ma così non è stato. Dopo sedici anni di vicende giudiziarie dolorose e una prima sentenza favorevole capovolta poi in Appello, occorre prendere atto che il tutto si è concluso in modo, per quanto mi riguarda, negativo. E’ tipico del mio modo di essere il rispettare sempre le sentenze, anche quando non le condivido o comprendo. Sono chiamato a rispondere personalmente di un preteso danno che non ho creato e che non riguarda la Regione, attuale titolare delle azioni di Serravalle, ma la Provincia di Milano. Nell’amarezza di queste ore – non voglio nascondere che mi sento intimamente vittima di una enorme ingiustizia – fra i tanti pensieri che mi tornano alla mente, uno è più insistente di altri: come si può svolgere il ruolo di amministratore in condizioni di questo genere? Un compito di servizio alla collettività in questo modo diviene un calvario personale che non sento di meritare. Questo terzo grado di giudizio chiama in causa una intera squadra di amministratori e dirigenti su scelte finanziarie della Provincia di Milano di più di 16 anni fa: io cercherò, nei limiti del possibile, di avere ancora giustizia”.