L'allarme del sindacato degli infermieri

Nursind Mb "Ospedali brianzoli al collasso. Gli infermieri non ce la fanno più"

Donato Cosi: "Per l’ennesima volta ci troviamo impreparati di fronte all’emergenza sanitaria".

Nursind Mb "Ospedali brianzoli al collasso. Gli infermieri non ce la fanno più"
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Il Nursind Monza e Brianza lancia l'allarme sugli effetti che la nuova andata di Covid e la variante Omicron stanno provocando sulle strutture sanitarie della provincia.

Nursind Mb "Ospedali brianzoli al collasso"

"I pronto soccorso presi d'assalto e gli infermieri, sempre sott’organico, trasformati in tuttofare, costretti a dividersi tra l'abituale lavoro e l'esecuzione di tamponi - denuncia il sindacato attraverso una nota stampa -. Casi estremi quelli dei pronto soccorso dell’Asst Brianza dove in alcuni non esiste un luogo protetto per l’esecuzione dei tamponi e gli utenti, in attesa di ricevere l’esito dell’esame, possono girare liberamente entrando in contatto con altre persone. E spesso per mancanza di posti letto rimangano oltre 24 ore in pronto soccorso".

 La denuncia come detto arriva dal NurSind Monza e Brianza, il maggiore sindacato delle professioni infermieristiche. “Per l’ennesima volta ci troviamo impreparati di fronte all’emergenza sanitaria – dichiara Donato Cosi, segretario territoriale NurSind Monza e Brianza, e componente della direzione nazionale NurSind -. Nelle ultime settimane c’è stata un’impennata di accessi ai pronto soccorso delle Asst del territorio. I pazienti sintomatici prima di accedere al pronto soccorso devono essere sottoposti al tampone. Ma il problema riguarda anche quei pazienti che, non sintomatici, necessitano comunque il ricovero e prima del trasferimento in reparto devono essere sottoposti al tampone”.

La diatriba

"Ma - prosegue il Nursind nella nota - al pronto soccorso dell’ospedale di Vimercate manca un filtro di ingresso così che gli utenti sottoposti al tampone, ma in attesa di ricevere l’esito, possono muoversi senza problemi nelle diverse aree (sala visite, triage, sala d’attesa interna al Ps, radiologia…). È un grave problema, che abbiamo già segnalato alla direzione con una lettera inviata il 23 dicembre. La mancanza di un filtro all’ingresso dove individuare eventuali pazienti contagiati e indirizzarli al percorso a loro dedicato è molto pericoloso, soprattutto in questa fase acuta della pandemia”.

Una affermazione questa smentita con forza dai vertici dell'ospedale vimercatese che hanno rimarcato come ogni paziente che entra al Pronto soccorso viene sottoposto a tampone e poi viene fatto attendere in una zona ad hoc, senza che ci sia la possibilità di contaminazioni tra le diverse zone del Ps

Gli infermieri sono allo stremo

Gli infermieri – non solo quelli che lavorano in Pronto soccorso, ma anche quelli che lavorano nelle terapie intensive e nei reparti covid – non ce la fanno più.

“Siamo ancora al collasso, perché come due anni fa il carico di lavoro viene messo sulle spalle sempre dei soliti – prosegue Cosi -. Continuo a ricevere segnalazioni di colleghi che negli ospedali del territorio lavorano in condizioni estreme. Esemplare la denuncia degli infermieri che lavorano al freddo al drive through di Monza e di Desio. Peraltro i colleghi che lavorano al centro tamponi di Desio mi hanno segnalato che nella sola giornata di lunedì 27 dicembre hanno individuato 577 persone positive. I colleghi sono allo stremo, ma questa volta non si può più parlare di emergenza. Si poteva prevenire, si poteva evitare l’ennesimo collasso della sanità pubblica”.

Le richieste del Nursind

Nella lettera che Donato Cosi ha inviato alla direzione della Asst Brianza non solo si denuncia la situazione di infermieri sottoposti a carichi stressanti di lavoro (“una situazione che comunque riguarda anche l’Asst Monza”, precisa Cosi) ma si chiede: “la creazione di un’area dedicata per l’esecuzione dei tamponi; l’incremento del personale infermieristico; e il riconoscimento dell’indennità di malattie infettive al personale operante nei pronto soccorso (talune volte il paziente positivo rimane in pronto soccorso per 72 ore a causa della mancata disponibilità di un posto letto nel reparto covid)”.

Donato Cosi ricorda alle direzioni generali che, da quasi due anni, sono sempre gli stessi "eroi a dover salvare un sistema che vacillava già prima dell’emergenza sanitaria".

“Le nuove assunzioni tanto celebrate non hanno colmato le carenze – conclude – Siamo sott’organico, mancano infermieri e personale di supporto (Oss) e nei mesi scorsi quando la pandemia sembrava aver allentato la presa lo stesso personale già stremato fisicamente e psicologicamente dalle tre ondate di covid è stato impiegato per recuperare tutti quegli interventi, visite ed esami diagnostici che erano stati rimandati a causa della pandemia. Siamo stanchi di essere gli unici ‘eroi’”.

(foto d'archivio degli infermieri in piazza per protesta)

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