La storia

Tecnico di Radiologia del San Gerardo riscopre l'amore per la scrittura durante l'isolamento da Covid

Francesco Stellato lavora al San Gerardo di Monza dove ha vissuto in prima persona le conseguenze della pandemia

Tecnico di Radiologia del San Gerardo riscopre l'amore per la scrittura durante l'isolamento da Covid
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Tra i corridoi del reparto di Radiologia del San Gerardo ha vissuto in prima persona l’emergenza Covid. I pazienti che arrivavano in continuazione, la stanchezza sui volti dei colleghi, la paura di portare a casa quella che fino a poco tempo prima sembrava una malattia lontana, che riguardava un’altra parte del mondo. E quando il virus ha colpito pure lui, costringendolo all’isolamento, ha trovato conforto in quella che era una sua vecchia passione, la scrittura.

Tecnico radiologo con la passione della scrittura

E’ così, tra le quattro mura della propria stanza, che Francesco Stellato, 49enne tecnico di Radiologia del San Gerardo, ha finito di scrivere un romanzo iniziato tempo prima e rimasto per anni in sospeso, "come se attendesse il momento giusto per prendere forma". Un noir dal titolo La rosa gialla che, prima di essere pubblicato, è passato sotto la lente attenta dei suoi colleghi.

Stellato aveva iniziato a scrivere quando era un ragazzo, per poi allontanarsene con gli anni. "Avevo ripreso carta e penna nel 2004, quando mia moglie aspettava nostro figlio. Era un periodo molto felice della mia vita e dunque avevo trovato quel giusto stato d’animo per rimettermi all’opera. Essendo io un lettore molto esigente, ho iniziato a scrivere ciò che avrei voluto leggere: racconti, ma anche il soggetto per una rappresentazione teatrale e poi anche un romanzo".

La "riscoperta" durante l'isolamento da Covid

Quest’ultimo era stato però messo da parte e l’occasione per portarlo a termine è inaspettatamente arrivata nel 2020, con la prima ondata dell’epidemia. Un periodo terribile, che ha segnato profondamente il tecnico. "Ho sempre fatto i turni sia al Pronto soccorso che in Radiologia ambulatoriale e tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo siamo stati letteralmente travolti dai casi - ha spiegato - In Radiologia passano tutti i pazienti sospetti Covid perché è dalle tac e dalle lastre che si fa la diagnosi".

Durante le primissime settimane della pandemia il lavoro era reso più difficile dall’assenza - in tutti gli ospedali - di tamponi e dunque dall’incertezza. "Non sapevamo se il paziente che avevamo di fronte fosse un malato Covid. Di conseguenza ognuno di noi tornava a casa con la paura di portare con sé il virus e di contagiare i famigliari".

"La scrittura mi ha aiutato ad affrontare quel periodo"

Stellato è stato contagiato a fine marzo: venti giorni in casa in isolamento, "relegato in una stanza con mia moglie che mi passava da mangiare dalla finestra. Un periodo difficilissimo per tutti noi, mio figlio compreso che allora aveva 15 anni". Dal chiuso della stanza, però, è arrivata l’occasione per rispolverare quel suo vecchio amore rimasto nei file del pc da troppo tempo. "Lo dico sempre, per me è stato un momento di intimismo - ha spiegato - Ero da solo e stavo attraversando quel momento difficile. Un giorno mi sono seduto alla scrivania e ho riaperto quelle cartelle che non toccavo da anni. Ho ripreso quel romanzo incompiuto, portandolo a termine".

Il percorso che poi lo avrebbe portato alla pubblicazione ha richiesto poi altri mesi, "per la correzione e soprattutto per la rilettura da parte dei miei colleghi e della mia famiglia che mi hanno aiutato a capire cosa funzionava e cosa, invece, avrei dovuto aggiustare". Pubblicato il libro, è prematuro per ora dire se a questo ne faranno presto seguito altri. "A settembre ho cambiato settore - ha concluso - Ora lavoro in Fisica sanitaria e il tempo per la scrittura non è tantissimo. Rimane la grande soddisfazione di aver terminato un libro che probabilmente, senza la quarantena, sarebbe ancora in attesa di un finale".

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