La Sindrome post Covid nella tesi di Davide Silva
Il 22enne di Nova Milanese ha analizzato i disturbi dell’apparato neuromuscoloscheletrico nei pazienti guariti dal coronavirus.

La Sindrome post Covid nella tesi di Davide Silva. Il 22enne di Nova Milanese ha analizzato i disturbi dell’apparato neuromuscoloscheletrico nei pazienti guariti dal coronavirus.
La Sindrome post Covid nella tesi di laurea di Davide Silva
Davide Silva, 22enne di Nova Milanese, ha analizzato i disturbi dell’apparato neuromuscoloscheletrico nei pazienti guariti dal coronavirus. Effetti che persistono nel tempo. Il giovane ha recentemente conseguito la laurea triennale in Fisioterapia all’Università Statale di Milano e per la sua tesi si è fatto ispirare dall’emergenza sanitaria e dalle necessità che ne derivano. Infatti, per Sindrome del post Covid si intende quando un paziente ha sintomi che persistono anche oltre i tre mesi dall’infezione: "In particolare abbiamo approfondito quelli che coinvolgono l’apparato neuromuscoloscheletrico, ovvero l’affaticabilità, la mialgia e, soprattutto, i disturbi dell’equilibrio", ha detto il laureato.
Una ricerca di otto mesi
Per questa ricerca, che è durata da marzo a luglio del 2021, sono stati reclutati 66 pazienti dai 22 ai 65 anni: "Abbiamo effettuato questo test nei pazienti sia ad occhi aperti che ad occhi chiusi. La cosa più sorprendente è che i pazienti ospedalizzati, che quindi sono stati allettati e debilitati per più tempo, hanno più difficoltà a mantenere l’equilibrio con gli occhi aperti che con gli occhi chiusi. Questo ci suggerisce, quindi, che nelle prove ad occhi aperti si possa verificare un problema di integrazione multisensoriale per cui, nelle valutazioni ad occhi chiusi, i pazienti potrebbero fare maggior affidamento alle informazioni provenienti dagli arti inferiori a discapito di quelle visive".
I risultati sono diventati oggetto di discussione scientifica
E' emerso la perdita della sensibilità propriocettiva, ovvero la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio senza il supporto della vista. I risultati inaspettati sono diventati immediatamente oggetto di discussione scientifica: "Non posso che esserne orgoglioso, dopo 8 mesi di ricerca ora sono pronto a continuare con un Master in Terapie manuali, per poi specializzarmi nell’ambito sportivo".
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