Troppi negozi chiusi, chi resiste chiede più attenzione «Siamo commercianti di serie B»
Gli esercenti che resistono chiedono maggiore pulizia della strada e di non limitare gli eventi alla piazza.
« Siamo commercianti di serie B». Tante, troppe, le serrande abbassate in via Paolo Mariani e in via San Sebastiano a Nova Milanese. I titolari degli esercizi commerciali a due passi da piazza Marconi sono stanchi e si aggrappano alla passione per il proprio lavoro, alla speranza che questo periodo possa passare e che il Comune abbia un occhio di riguardo anche nei loro confronti.
Troppi negozi chiusi: «Siamo commercianti di serie B»
Basta una passeggiata per accorgersi che qualcosa non va: per ogni negozio aperto, due hanno le luci spente e i locali vuoti. Di quella che veniva considerata, tempo addietro, la «Corso Buenos Aires novese», oggi è rimasto poco. «E’ un periodo difficile a livello nazionale – ha affermato Ornella Morlacchi, titolare della cartoleria “Lo Scarabocchio” – Il lunedì è tristissimo, praticamente sono aperta solo io». Secondo Morlacchi, l’emergenza sanitaria e i rincari hanno contribuito ampiamente a questa crisi: «È aumentato tutto, le materie prime, per quanto mi riguarda la carta, la plastica. Se dovessi intraprendere attività ora non lo farei». Le criticità della via, poi, non sono affatto da sottovalutare per Alessia Blandini, titolare del bar «Crema e cioccolato»: «Non esistono solo i commercianti del centro – ha tuonato - La via è sempre vuota. Io a mezzogiorno non apro più perché non c’è più nessuno».
L’auspicio dei commercianti è che vengano attivate politiche per risollevare il commercio in quella zona: «Sono anni che continuiamo a ripetere le stesse cose, non sappiamo più in che lingua dirlo. La piazza lavora da sola, le svariate manifestazioni perché non vengono fatte anche qui?» si chiedono i negozianti. Ci vuole qualcosa che attiri le persone a passeggiare anche in via Paolo Mariani fino in via San Sebastiano: «Non ha senso che d’estate si organizzano eventi in piazza e noi rimaniamo aperti, perché da qui non arriva praticamente nessuno. Siamo disposti a fare sacrifici e ad allungare gli orari ma ne deve valere la pena».
Anche Luca Fugazzi della gioielleria «Gioielli di Miriam» in via San Sebastiano chiede un maggior riguardo nei confronti della zona: «Io inviterei il sindaco o gli assessori ad entrare nei negozi – ha affermato – E anche ad uscire in strada. La via è costantemente sporca». Per il titolare, questo influisce nella cura del centro cittadino. E’ stato lui ad occuparsi personalmente di pulire il tratto di strada davanti al suo negozio, rimasto sporco per giorni: «Purtroppo gli escrementi dei piccioni che stanno sulle grondaie rendono l’asfalto impraticabile. Ho speso i miei soldi affinché i clienti potessero evitare di sporcarsi, ma non dev’essere compito mio pulire la strada».
Le difficoltà
Non è facile essere titolare di un esercizio commerciale nel 2022. Lo hanno testimoniato Guido Amodeo e Rita Bognanni, marito e moglie, dal 2006 alla guida della «Pescheria Amodeo»: «A noi fortunatamente non mancano i clienti, arrivano soprattutto da fuori – hanno spiegato – Le condizioni di lavoro, però, sono sempre più precarie». I coniugi abitano nel quartiere di San Bernardo e il signor Amodeo è già in pensione da anni: «Ho quasi settant’anni – ha detto – Ma come faccio a non lavorare? Con una pensione sola come si fanno a pagare le bollette e le tasse? Non possiamo permetterci dipendenti». I novesi hanno mostrato le fatture e le carte degli ultimi mesi: «Paghiamo più di mille euro di Tari all’anno, mille euro di affitto al mese solo per il negozio – ha detto Rita – Abbiamo tre frigoriferi accesi. Ci credo che ci sono tante serrande chiuse, solo un pazzo avvierebbe un’attività qui e ora».
L'assessore "Io tengo a tutti i commercianti"
Considerazioni che dispiacciono tanto all’assessore al Commercio Rosa Nigro: «Per me non esistono commercianti di serie A o serie B – ha affermato – Io tengo a tutti i commercianti novesi». Ammette, comunque, che quell’arteria novese ha necessità di cambiamenti: «E’ vero, le vie Paolo Mariani e San Sebastiano dobbiamo renderle più belle – ha detto – A quel punto, però, dobbiamo avere coraggio e crederci di più: chiuderla al traffico e renderla più nostra, per farla ripopolare come una volta».
Troppe spese: «Il commercio a Nova è finito»
Un divario tra le speranze di una nuova commerciante novese di via Paolo Mariani e la rassegnazione di chi in via San Sebastiano ha visto la morte della propria attività.
A pochi metri l’uno dall’altro ci sono Clara Tritto, che nove mesi fa ha investito nella sua città, aprendo il suo negozio «Il tempio vintage» e Fabiola e Alessandro Almerico, titolari del bar «Sapori di Sicilia» che sono a un passo dalla chiusura.
«Ho aperto il mio negozio nel maggio del 2021, era zona rossa – ha ammesso Clara – Sicuramente è stata una scelta coraggiosa, ma ci tenevo ad avviare un’attività proprio qui». Le saracinesche abbassate in via Mariani non l’hanno spaventata: «Quando ero bambina questa via era come Corso Buenos Aires – ha affermato – Il mio desiderio è farla tornare viva come una volta, per questo ho deciso di investire qui. La gente deve riprendere a frequentare i negozi della propria città, solo così la situazione può migliorare».
La famiglia Almerico, invece, non ha lo stesso entusiasmo: «La situazione è drammatica – ha detto Alessandro – Il fatturato è ridicolo, le spese sono altissime, nessuno ci aiuta. Il commercio a Nova è finito». Il bar di via San Sebastiano è aperto da 5 anni ma sta per chiudere i battenti: «Ho dovuto trovare un altro impiego per aiutare la mia famiglia – ha spiegato Fabiola – Purtroppo, questo lato del centro non viene proprio considerato. Ci sentiamo commercianti di serie B». Il bar ha provato a chiedere un aiuto con il bando comunale per le imprese che hanno subito ripercussioni dal Covid-19: «Io sto chiudendo, ma per il Comune non ho diritto a questo aiuto, perché tra il 2019 e il 2020 non ho avuto abbastanza perdite».