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In fuga dall'Ucraina, storie di paura e speranza

I racconti di chi arriva, di chi lotta coi ricordi (e la burocrazia) e di chi si mobilita

In fuga dall'Ucraina, storie di paura e speranza
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C'è chi arriva dall'Ucraina e chi parte per portare aiuto. C'è chi non può tornare a casa e chi qui a Monza ha trovato la sua seconda casa. Sono intense, toccanti e piene di umanità le storie che riguardano l'Ucraina raccolte nello speciale del Giornale di Monza in edicola fino a lunedì 14 marzo.

Chi è scappato dall'Ucraina e chi cerca aiuto

C'è Danil, che ha 18 anni ed è arrivato in Italia (a Muggiò) due settimane prima che scoppiasse la guerra e ora non può più tornare a casa. E poi c'è Oksana che a Monza ci abita da 13 anni, ma vicino a Kiev nascosti in una cantina senza luce e acqua ha il fratello e i nipotini. Lei per non pensare continua a raccogliere  aiuti da mandare in patria. Laura con il figlio di 13 anni Simone, invece, è stata "fortunata" (se così si può dire) perché è riuscita a lasciare Zaporozhye (la città al confine con il Donbass divenuta tristemente famosa settimana scorsa per l’attacco russo alla centrale nucleare) e ad arrivare in Italia dopo un viaggio della speranza. Qui ha raggiunto il compagno della madre che abita a Brugherio, ma ha dovuto lottare con la burocrazia per riuscire a ottenere il vaccino per sé e il figlio (là le dosi non bastavano per tutti).

Le storie  dei giovani

Nikita Bugakov, invece ha solo 18 anni, vive a San Rocco dal 2015  con la madre Elena e preoccupato per quanto sta accadendo in Ucraina, dove risiedono anche il padre, i nonni e la cuginetta di soli 6 anni, e anche tantissimi suoi amici, ha deciso di fare qualcosa di "tecnologico". Nikita ha quindi creato un link e  un manifesto pubblicitario con Qr code incluso per sostenere economicamente l’Ucraina. E se tutta la Brianza si sta mobilitando per l'Ucraina, con momenti di sensibilizzazione (flash mob a scuola   o camminate per la pace) e mobilitazioni per raccogliere viveri e medicine (qui dove portarli), c'è anche chi con coraggio esprime posizioni forti. Come Larisa Korovkina,  monzese di origini russe che a costo di rischiare il carcere se tornasse a casa, non esita a condannare quanto sta accadendo:  «Come potrei dunque giustificare il vile attacco voluto da Putin? Come potrei benvolere chi ha deciso di radere al suolo un popolo che praticamente è nostro gemello? Questa guerra è un vero e proprio crimine che merita giustizia».

Il servizio completo di otto pagine anche nell'edizione digitale del Giornale di Monza.

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